Il ragazzo che cucina il gatto nel video è una persona mentalmente instabile.
Ha fatto il giro di diversi centri di accoglienza, da quando è in Italia, e ha sempre creato, suo malgrado, diversi problemi.
Non c’entra niente “la cultura” del suo paese di provenienza.
Se fosse una questione culturale, saremmo pieni di africani che mangiano gatti, così non è.
La verità è che vi fa impressione perché lui è nero e mangia un gatto che, magari, anche voi avete a casa e al quale volete bene. Se fosse stato di pelle bianca avreste parlato di “dramma della povertà”.
Ma il video che lo ritrae cucinare quel gatto è diventato virale, grazie alla solita campagna leghista, stavolta della candidata presidente toscana Ceccardi, che si chiede “È questo lo stile di vita che dovremmo seguire?”
No, a meno che tu non abbia intenzione di impazzire e di finire a vivere su una panchina in povertà assoluta perché ti ci ha fatto buttare Salvini con i suoi “decreti sicurezza”, eliminando la protezione umanitaria e cercando di distruggere il sistema Sprar, geniaccia.
Quel ragazzo non mangia un gatto perché è africano, mangia un gatto perché è povero e pure fuori di testa.
Quel ragazzo andrebbe aiutato.
Come le migliaia di persone povere e mentalmente instabili, italiane e straniere, che spesso affollano le stazioni ferroviarie delle nostre grandi città.
Più che puntare il dito verso una persona malata che vive nella più totale indigenza, magari parlando a sproposito di “questioni culturali” per giustificare il vostro stupido razzismo, provate a chiedervi perché, invece di essere curato, quel ragazzo è finito a cucinare un gatto in strada.
Fate sto sforzo, su.
Emiliano Rubbi