Di Francesco Perna
In provincia di Caserta, l’epidemia di Covid non è l’unica a fomentare un grave allarme. A Castel Volturno il clan dei Casalesi ha da tempo instaurato solidi legami con la mafia nigeriana che costringe numerose ragazze, spesso poco più che bambine, a prostituirsi per una manciata di euro e l’Aids dilaga. Ma anche qui, in questo quadro drammatico fatto di sfruttamento e dignità violata, c’è chi si impegna quotidianamente nel tentativo di di dare speranza e sostegno alle persone più vulnerabili. Si tratta dell’ong Operatori sanitari nel mondo (OSNM) che ha aperto un ambulatorio sociale per facilitare l’accesso alle cure mediche a chi più ne ha bisogno.
Nella zona di Castel Volturno in provincia di Caserta non si parla di Covid, perché c’è un’altra epidemia che non ha mai smesso di strisciare ed è l’AIDS. Da 3 mesi alcuni volontari hanno messo su un ambulatorio sanitario aperto a tutti i bisogni e avviata una campagna di test per monitorare quanti hanno contratto l’HIV. Il dato è disarmante, oltre il 40% dei testati è positivo e nessuno ne era a conoscenza. La campagna ha interessato oltre 100 persone per ora, per lo più prostitute e trans, e grazie al test che restituisce un risultato immediato ora conoscono la loro condizione ed è solo l’inizio di una mappatura delle persone che vivono sul territorio.
L’HIV non è mai sparito e ora si stima ci siano quasi 40.000.000 positivi nel mondo ma da oltre un anno nessuno ne parla più. Sembra esista solo il Covid e per questo l’attenzione sta calando pericolosamente.
L’associazione si chiama Operatori Sanitari nel Mondo e ha esperienza internazionale in Africa.
La zona di Castel Volturno conta una nutrita comunità nigeriana e la maggior parte vive sotto controllo della mafia nigeriana. Molte delle donne arriva in Italia proprio grazie alla mafia che chiede in cambio 60.000€ che non potranno ripagare e questo le spinge ad avere rapporti non protetti in cambio di qualche euro in più.