Non chiederle da dove viene, non chiederle nulla

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Che tu venga da Satana o da Dio, non ha importanza, dal momento che rendi meno schifoso il mondo e meno gravoso il tempo…

Inno alla bellezza, Charles Baudelaire.

Ognuno di noi è alla ricerca di quell’angolo, di quell’attimo in cui è possibile respirare perché nessun vetro rischia di appannarsi. Ognuno di noi è alla ricerca di un modo per stare bene, per stare meglio, per stare. Ognuno di noi, crescendo, scopre se stesso, scopre se stessa sempre di più e sempre di più scopre qual è la realtà che può concedere la pace dei sensi, la pace del senso. E piuttosto che definirlo hobby o interesse o passatempo, io la chiamo sensibilità nei confronti della Bellezza!

La Bellezza! Quella che, quando la sfiori, quando la conosci, non vedi l’ora di rincontrarla, non vedi l’ora di risentire la stessa emozione della prima volta. Ed ognuno, trova la Bellezza che va bene per sé! E che sia tra le corde di una chitarra, sulle ruote di un paio di pattini, dentro ad una muta, all’ interno di un campo da calcio, nel profumo di un libro appena iniziato o in quello proprio, di cui si impregna un libro che si è stretto nelle mani, che sia in una cucina, nella cruna di un ago, attraverso il filo che porta musica nelle orecchie, in una stanza da ballo, su una tela su cui riprodurre, o pedalando con addosso solo il vento… ad ogni modo, ognuno trova la Bellezza senza cui non può e non vuole vivere.

Perché è importante, essenziale, vitale. Perché quando si è a contatto con la Bellezza, con la Bellezza che si è scelta tra tutte le altre, si è felici. Perché quando ci si ritrova a contatto con la Bellezza, non esiste orologio che possa ricattare né cellulare che possa impedire o costringere. È come se, mentre si è lì, finché si è lì, si è al sicuro e nessuno può attentare a quella tranquillità che la Bellezza crea e che concede. Come se ci si ritrovasse all’ interno di una campana di vetro: tutto è lì, a pochi passi da noi e al contempo, tutto appare lontano chilometri. E non è senso di onnipotenza ma è certezza di protezione.

Tutti i sensi di cui si dispone, sono occupati a vivere il momento, a godere della Bellezza, che ha il solo scopo di farci stare bene. Nessuno può entrare, nessuno può tirarci fuori. Nessuno può dire o ricordare quello che fa male. Nessuno può urtare, scuotere o trascinare colui o colei che vive il suo attimo di Bellezza. E concedetevi istanti del genere: ricordatevi della Bellezza, ricordatevi di come vi fa sentire e tornateci sempre. Anche perché, non si può essere d’aiuto ad altri, ad altre, se non si sta bene per sé, con sé. E sia: va bene anche un po’ di egoismo se questo può servire a riassaporare, riaccarezzare, rivivere quella meraviglia.

Che diventa ancora più grande e più spessa e più significativa quando le migliori sensazioni sono concesse dalla Bellezza che si fa persona: perché bisogna essere proprio speciali per riuscire a creare Bellezza. Bisogna essere proprio speciali per riuscire a creare quel Tempo senza tempo da risparmiare, da accumulare, da recuperare e quello Spazio senza confini, senza tetto, senza angoli da riempire per forza. Bisogna essere proprio speciali per essere Casa per coloro che arrivano, che tornano, e che poi ritorneranno ancora. Bisogna essere proprio speciali per riuscire a far passare difficoltà e malinconie in maniera, semplicemente, più vivibile, più affrontabile: non come se fosse facile, ma come se fosse possibile. Bisogna essere Bellezza per insegnarla, trasmetterla, ricordarla a chi si incontra. E a chi, certamente, non avrà bisogno di sapere da dove viene tutta quella Bellezza. Non avrà bisogno di risposte perché non ci saranno domande.

Non si chiede nulla, alla Bellezza. Se non di non estinguersi mai.

 

Deborah Biasco

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