Di tutti gli avvenimenti che hanno caratterizzato l’ultimo secolo, oltre alle due guerre, c’è di sicuro la pandemia di Covid-19. E mentre nel primo caso, il mondo ha combattuto per scrollarsi di dosso i totalitarismi e le visioni farneticanti di mondo “purificato” e di razze dominanti, nel secondo, si combatte un nemico invisibile, ma altrettanto subdolo. È stata definita da nomi illustri, una vera e propria “guerra”. Una guerra inaspettata, dove nessuno può chiamarsi fuori e dichiararsi neutrale, il pianeta intero ne è coinvolto, ed è prerogativa di tutti, combatterla insieme.
Come tutte le guerre, la pandemia ha effetti devastanti, nel breve periodo, nell’immediato, tutti ce ne stiamo rendendo conto, ma, gli esperti, gli analisti, ci prospettano un quadro desolante di devastazione a vari livelli, prima di tutto, sanitario e socio economico.
Come in tutte le guerre che si rispettino, oltre alla conta delle vittime e dei feriti, l’umanità dovrà affrontare l’onta lunga dei suoi effetti.
E come sempre in questi casi, nonostante la malattia, si diffonda in modo “democratico” tra le popolazioni, come in guerra, anche in questo caso, i suoi effetti ricadono maggiormente sulle persone meno abbienti.
Attenzione, siamo ben lungi dallo sconfiggere il Covid-19, anche se adesso, abbiamo più armi per contrastarlo e guardiamo con ottimismo, al dopo…
Sì, perché il parallelismo con la guerra è calzante anche per il dopo pandemia : ci sarà da ricostruire sulle macerie e creare “anticorpi” affinché centinaia di migliaia di persone non siano morte invano.
Intanto, già ad inizio pandemia, gli avvoltoi volavano sopra i cadaveri ancora freschi, e le iene e gli sciacalli erano pronti a smembrarli. Perché sì, purtroppo, al di là, degli “andrà tutto bene” e dei proclami ingenui del “ne usciremo migliori”, la verità è un’altra.
La verità è che, la pandemia ha gettato nella povertà, chi galleggiava per arrivare a fine mese, la classe operaia, i piccoli lavori autonomi, i lavoratori a nero, ma sempre più, anche quelli che potevamo considerare “classe media”. Migliaia di attività commerciali hanno chiuso i battenti, un vero e proprio stillicidio che continua tutt’ora : piccoli negozianti al dettaglio, ristoratori, bar e attività connesse. Per non parlare della crisi degli operatori culturali e del mondo dello spettacolo in genere. Tutti o quasi in ginocchio; e tra ristori che non arrivano, inadeguatezza della politica e risposte che non ci sono, c’è sempre chi, sfruttando le indigenze altrui, ne approfitta per arricchirsi a dismisura.
Già dalle prime ore di pandemia, le occasioni di guadagno e di profitto, per persone senza scrupoli e per le associazioni criminali, sono state molteplici. Nella società capitalistica, tutto si fa in funzione dei profitti, e poco importa da dove arrivino. Così succede, che le organizzazioni criminali, che sono grandi capitalisti, rispondendo alla legge della domanda e dell’offerta, come in ogni buon mercato finanziario che si rispetti, si sono organizzate.
Emergenza sanitaria e Consorzio Criminale
Tutti noi sappiamo, com’era difficile reperire, nei primi giorni della pandemia, dispositivi sanitari di protezione, le famose mascherine, i disinfettanti per le mani, ma anche i respiratori per le terapie intensive. E più il virus si propagava con rapidità, più questi beni erano necessari alla sopravvivenza, e più non si trovavano e i prezzi schizzavano alle stelle. In quel preciso momento, le mafie, coadiuvate da imprenditori compiacenti, si muovevano per l’acquisizione di grandi quantitativi di mascherine e quant’altro, ed aiutati da sedicenti broker, spuntati dal nulla come funghi, contrattavano con i vari paesi il prezzo. Mascherine, importate e spacciate come conformi (il famoso marchio CE), ma palesemente ritoccate. Frodi, che hanno fruttato centinaia di milioni di euro a broker, imprenditori e malavitosi. Un vero e proprio mercato parallelo, che dall’emergenza, ha tratto più profitto dello spaccio della droga. Badate bene, la pandemia è una delle poche “emergenze”, piovuta come una manna dal cielo per le organizzazioni criminali, altre emergenze, le hanno create appositamente per poi risolverle, vedasi emergenza rifiuti a Napoli di qualche anno fa. Loro (le mafie ndr) arrivano sempre prima ed hanno sempre la soluzione pronta, ed è in questo modo che si sostituiscono allo Stato. Ad un anno di distanza, pullulano le inchieste dei magistrati sulle acquisizioni dei dispositivi di protezione sanitaria, a prezzi gonfiati, contraffatte di dubbia provenienza. Attenzione, se le organizzazioni, per poter agire indisturbate, hanno bisogno di tutto quello di cui precedentemente scritto, ma, anche e soprattutto, degli uomini di “Stato”. Persone che compiacenti, che le organizzazioni hanno all’interno degli apparati statali in posti chiave, oltre che di politici. Ne sapremo di più ad indagine avvenute.
Sono lontani i tempi in cui le organizzazioni criminali si “sporcavano le mani”, oggi, camminano tra noi in giacca e cravatta, con la 24 ore ed il colletto bianco. Approfittando della crisi delle attività commerciali e delle aziende, le hanno acquisite in blocco, e spesso le hanno riconvertite. Secondo le agenzie di rating, un quinto delle aziende nostrane sono stritolate dall’usura. I dati sono preoccupanti, perché la curva cresce in modo esponenziale, e non quella dei contagi, bensì, quella degli affari malavitosi. Stessa cosa vale per le attività di ristorazione costrette a chiudere battente, comprate a pochi euro, domani saranno delle perfette e legali “lavanderie” per pulire soldi sporchi. Come i grandi speculatori, si sono avventati anche sul mercato del “mattone”, comprando immobili, svenduti a causa della crisi.
Criminal Welfare
Le idee non mancano mai agli uomini di queste organizzazioni: mentre l’Italia chiudeva e le classi meno abbienti aspettavano gli aiuti statali che tardavano ad arrivare, si sono tempestivamente prodigate, nei quartieri più difficili, a recapitare aiuti. Pacchi alimentari e di vario genere distribuiti casa per casa. Quando le persone sono ridotte alla fame, non badano più di tanto da dove arrivano gli aiuti, e li potete condannare pure come diceva De André:
“li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo”
In quelle ore e in quei giorni drammatici, accettando quei “ristori”, quelle vittime di questo mondo, hanno venduto l’anima al diavolo. E non può certo essere colpa loro, la colpa è di uno Stato negligente e ritardatario, di una politica scollata dai veri bisogni della gente, che si fa vedere in certi quartieri, sono in campagna elettorale, e che poi li abbandona a se stessi. E dove lo Stato non c’è, i criminali si sostituiscono e dominano.
Le truffe informatiche
Con i contagi fuori controllo, a marzo dell’anno scorso, abbiamo sperimentato, nostro malgrado, l’incubo “lockdown”, parola, che piace più dell’italianissima “confinamento”. E proprio l’impossibilità di muoversi, ha costretto più o meno tutti ad usare sempre di più il web, per tutte le cose, che quotidianamente avremmo fatto “in presenza”. Dalla scuola, con l’introduzione della DaD, alla spesa, piuttosto che le operazioni bancarie, le prenotazioni ed altro. Si sono moltiplicati così, le truffe e i raggiri via web, spesso ai danni di persone poco avvezze all’uso delle tecnologie. Ed anche qui, il repertorio è vastissimo : phishing, attacchi cibernetici, malware, finti annunci di elargizioni di ristori, prestiti e quant’altro.
Quando i “pirati” vanno a “pesca”, quasi sempre, i poveri malcapitati che finiscono nella rete, si ritrovano i conti svuotati. Molto in voga, nell’ultimo periodo, è la finta mail da parte dell’OMS, basta un click, che già gli hacker armeggiano tra i dati degli sprovveduti abboccatori. Purtroppo, per chi non ha dimestichezza, anche chiedere i famosi ristori è un grande pericolo ; dietro l’angolo, c’è sempre una mail di qualche falso ente statale, parastatale o affine, che chiede di inserire, per usufruire dei soldi dello Stato, tutte le credenziali. Poi ci sono abili hacker, che riescono a bloccare, paralizzandoli, i server delle grandi aziende, che sono costretti a pagare un vero e proprio riscatto.
Ma, nella vasta giungla del web, ci sono molti altri pericoli ; pullulano infatti, migliaia di sedicenti esperti, che promettono cure miracolose e rimedi naturali, perlomeno discutibili, per la cura del Coronavirus. Purtroppo questi fenomeni, diventeranno “endemici”, perché non si tornerà più indietro, la digitalizzazione di qualsiasi cosa possibile, andrà avanti. L’unico modo per sopravvivere ai malintenzionati è fare moltissima attenzione ad immettere dati.
Ristori alla malavita
Una delle ultime truffe, cronologicamente parlando, è quella dei ristori. Non perché questi siano inadeguati a contenere le perdite delle partite Iva, aziende, commercianti in difficoltà o quant’altro, no. Come spiegato in precedenza, con le difficoltà economiche che hanno investito la maggior parte della popolazione, le organizzazioni criminali, sono riuscite ad acquisire tante aziende sull’orlo della bancarotta, ed attraverso false fatturazione, riusciranno ad intascare migliaia di euro di soldi pubblici destinati ai ristori.
Il mercato nero dei vaccini
Juergen Stock, segretario generale dell’Interpol, qualche mese fa, aveva messo in guardia tutti, asserendo, che il vaccino, diventerà per la criminalità organizzata “l’oro liquido”. E come per l’assalto ai caveau, ci saranno bande armate pronte ad irrompere nei magazzini di stoccaggio delle tanto agognate fiale, per svuotarli e rivenderli.
Intanto però, se uno ha abbastanza dimestichezza, può accedere, semplicemente usando un PC, al dark web e comprare un vaccino anticovid. I prezzi? Per quello Pfizer, poco meno di 200 euro. Un botto, considerando che, il nostro governo lo compra ad un prezzo decisamente inferiore (20/30 euro). Intanto indagano le procure di mezza Italia, in considerazione del fatto che, sono arrivate mail con tanto di listini, alle varie regioni in cerca di vaccini da somministrare : tanto che, L’AIFA è stata costretta a diramare un comunicato:
“I vaccini disponibili saranno utilizzati soltanto nei presidi definiti dal Piano vaccini e non saranno disponibili nelle farmacie o nel mercato privato. L’Aifa ribadisce che è altamente sconsigliato, cercare di procurarsi il vaccino per vie alternative o su internet. Questi canali non danno nessuna garanzia sulla qualità del prodotto, che potrebbe essere, oltre che inefficace, pericoloso per la salute”.
Eppure c’è chi, bontà sua, tra gli amministratori di Regione, ha pensato bene di valutare la prospettiva di acquistarli ; ben 27 milioni di dosi.
In questo pantano, tra le restrizioni della libertà individuale, tra le restrizioni economiche e le difficoltà quotidiane, tra le speranze che tutto ciò finisca presto, e che da questo dramma nasca qualcosa di positivo, c’è solo una cosa certa: andrà tutto bene (per loro).