Vince il Nobel per la Pace 2024 l’organizzazione Nihon Hidankyo. Sono gli Hibakusha, i sopravvissuti giapponesi alle bombe nucleari di Hiroshima e Nagasaki.
Le motivazioni del Premio Nobel per la pace 2024
Il Premio Nobel per la Pace consiste in una medaglia, un diploma e 11 milioni di corone svedesi.
Joergen Watne Frydnes, presidente del Comitato norvegese per il Nobel, ha dichiarato:
Assegnando il Premio Nobel per la Pace di quest’anno a Nihon Hidankyo, il Comitato norvegese per il Nobel desidera onorare tutti i sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki che, nonostante la sofferenza fisica e i ricordi dolorosi, hanno scelto di utilizzare la loro durissima esperienza per coltivare la speranza e l’impegno per la pace. Ci aiutano a descrivere l’indescrivibile, a pensare l’impensabile e a cogliere in qualche modo il dolore e la sofferenza incomprensibili causati dalle armi nucleari.
L’impegno di Nihon Hidankyo
Nihon Hidankyo è nata il 10 agosto 1956. A seguito delle bombe atomiche del 6 agosto 1945 gli Hibakusha non solo subirono sofferenze fisiche immani, ma vennero anche discriminati dal governo provvisorio degli Stati Uniti. Non ci fu alcun rimborso o sostegno economico alle vittime, anzi molti di loro hanno avuto difficoltà a trovare lavoro o contrarre matrimonio a causa della paura che le radiazioni atomiche fossero ereditarie.
Nihon Hidankyo si è prefissa quindi due obiettivi: abolire le armi nucleari e migliorare il sostegno alle vittime. E’ sorto un movimento globale i cui membri hanno lavorato instancabilmente per aumentare la consapevolezza sulle catastrofiche conseguenze umanitarie dell’uso delle armi nucleari.
Nihon Hidankyo e le mille gru
Il simbolo dell’organizzazione Nihon Hidankyo è l’origami di una gru. È il richiamo alla storia di Sadako Sasaki, una bambina nata a Hiroshima. Aveva due anni quando esplose la bomba atomica. A 11 anni si ammalò di leucemia e volle dare ascolto a una leggenda che assicurava che, se avesse realizzato 1000 origami sarebbe guarita. Decide di realizzare 1000 gru di carta, il suo sogno è guarire.
È il 1954, un periodo in cui è difficile reperire la carta. Sadako utilizza ogni tipo di carta trovi, scatole di medicinali, carta usata, ecc. Come viene raccontato nel libro Il gran sole di Hiroshima di Karl Bruckner, Sadako arriva a realizzare la novecentonovantesima gru e i dottori capiscono che ha ancora poco da vivere. Sogna di completare le restanti gru e muore col sorriso sulle labbra.
Nihon Hidankyo ha raccolto numerose testimonianze degli Hibakusha, molte sono reperibili sul loro sito.
Il tabù nucleare
È il secondo premio per la pace che l’Accademia Svedese destina alla lotta per la proibizione delle armi nucleari. Già nel 2017 venne premiata la Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN).
Joergen Watne Frydnes, ha sottolineato la necessità di porre fine alla proliferazione di armi nucleari:
In risposta agli attacchi con le bombe atomiche dell’agosto 1945, è sorto un movimento globale i cui membri hanno lavorato instancabilmente per aumentare la consapevolezza sulle catastrofiche conseguenze umanitarie dell’uso delle armi nucleari. Gradualmente si è sviluppata una potente norma internazionale, che stigmatizza l’uso delle armi nucleari come moralmente inaccettabile. Questa norma è diventata nota come il tabù nucleare. Questi testimoni storici hanno contribuito a generare e consolidare un’ampia opposizione alle armi nucleari in tutto il mondo attingendo a storie personali, creando campagne educative basate sulla propria esperienza e lanciando avvertimenti urgenti contro la diffusione e l’uso delle armi nucleari.
Il mio maestro, Daisaku Ikeda, giapponese di Tokyo, aveva 13 anni quando scoppiò la guerra. Visse gli orrori della guerra e la miseria degli anni seguenti. Anche lui, come gli Hibakusha, decise di dedicare la sua vita alla lotta per abolire le armi nucleari e diffondere la pace. Ha più volte ribadito l’importanza di disintossicarsi sui concetti di deterrenza nucleare, sicurezza nazionale e sull’urgenza di sostenere e ratificare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari promosso da ICAN. Nello stesso tempo ha sempre sottolineato la necessità di una assunzione di responsabilità di ognuno di noi. In un suo discorso tenuto all’Università di Harvard nel 1993 scrive
Le tragedie di questo secolo di guerre e rivoluzioni hanno insegnato che è folle credere che la riforma di fattori esterni come i sistemi sociali sia l’elemento chiave per essere felici. Sono convinto che nel secolo a venire si debba riporre maggiore enfasi sul cambiamento interiore.
Gli Hibakusha rappresentano questa immensa forza dell’essere umano che può utilizzare le proprie sofferenze per trasformare la realtà insegnando agli altri come non ripetere errori fatali.
È la sicurezza di tutti in pericolo
È importante radicare nella mentalità delle persone che se continuiamo ad armare gli Stati con la scusa di una sicurezza nazionale, stiamo mettendo in pericolo la sicurezza di tutti.
Il professor Galbraith, avendo visitato il Giappone nel 1945 a seguito delle bombe nucleari, scrisse nella sua autobiografia A Life in Our Times
Se non riusciamo a controllare la corsa alle armi nucleari, tutti gli altri temi di cui stiamo discutendo in questi giorni non avranno significato. Non avrà senso parlare di diritti civili perché non ci sarà nessuno che potrà goderne. Non ci saranno problemi di degrado urbano perché le nostre città non ci saranno più. Dunque dissentiamo pure, spero con buon umore, su tutte le altre questioni. […] Ma concordiamo sul dire a tutti i nostri connazionali, ai nostri alleati, a tutti gli esseri umani, che lavoreremo per porre fine all’orrore nucleare che aleggia come una nube su tutta l’umanità.
Il Nobel per la Pace 2024 è un appello dell’Accademia Svedese al riarmo incontrollato verso cui stanno correndo le potenze mondiali.
Durante la conferenza di premiazione il presidente del Comitato ha ribadito
L’uso delle armi è inaccettabile. Le testimonianze degli Hibakusha sono cruciali per far comprendere ai leader del mondo le conseguenze disastrose dell’uso di armi nucleari.
L’Italia è protagonista del boom di export di armi nel mondo. Nihon Hidankyo non ha una sede italiana, ma la sua eredità viene portata avanti da associazioni come Rete Italiana Pace e Disarmo, Senzatomica e la campagna Italia, ripensaci rivolta al Governo Italiano affinché trovi le modalità per aderire al percorso di ratifica del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) approvato dall’Assemblea Generale dell’ONU il 7 luglio 2017.