Il nostro caro dittatore-democratico Matteo Renzi dopo aver fatto la sua bella gita di famiglia in America e dopo aver preso i complimenti e l’appoggio dal presidente uscente Barack Obama deve affrontare una schiera di oppositori in patria. Dopo che lo abbiamo visto in televisione più di Jerry Scotti, dopo aver promesso regalini per farsi amare e votare, deve fare i conti con il No Renzi Day.
Ieri alle 14.00 un mare di persone hanno affollato Piazza San Giovanni a Roma e hanno marciato fino a Campo dei Fiori per dire No al referendum costituzionale. La legge che vuole essere approvata a tutti i costi e con mille piccoli bluff non sembra piacere poi così tanto al popolo come vuole far credere il nostro fotogenico premier Renzi. Ci sono piccolissime cose che non vanno tanto bene da far urlare una piazza. Innanzitutto la riforma in se per se anche un bambino non la capirebbe. Esatto non capirebbe perché nonostante il motto della semplificazione si è solo aumentata la complessità. La domanda che viene fatta nel referendum sembra leggermente forviante visto che in pratica si chiede se si vuole dimezzare la camera per risparmiare senza citare gli articoli che dovrebbero essere modificati come la legge impone. E poi proprio le modifiche in se per se fanno acqua da tutte le parti. Per questo in molti hanno deciso di partecipare alla protesta a Roma per gridare un secco No al governo.
Un altro aspetto che non è ben chiaro è il perché scegliere una data cosi lontana visto che questo referendum passa come l’unico rimedio alla sopravvivenza del paese. Non vorrei essere malizioso e pensare male, ma forse è perché la vittoria non era cosi schiacciante? Per capirci con una data cosi lontana c’era la possibilità di monopolizzare la televisione pubblica senza contare sulla garanzia della par condicio. Quindi adesso si vede la bella faccia del toscanaccio regnante Renzi che intima il popolo a votare l’unica scelta possibile, quella sbagliata, il si. E poi c’è anche la bella notizia che con la data stabilita per il 4 dicembre il nostro Matteo aveva tutto il tempo di approvare qualche bustarella politica per accaparrarsi qualche voto e inguaiare il paese un po’ di più ( vedi la voce pensioni).
Quindi grazie Premier che ci dai la possibilità di non arretrare di 30 anni. L’unica cosa è che 30 anni fa io avrei avuto la possibilità di un lavoro stabile, la possibilità di credere alla pensione, pagavo la benzina un terzo di adesso e forse posso dire che si stava meglio.