La comunità di gamer di tutto il mondo non parla d’altro da un paio di settimane, da quando alcuni sono riusciti a mettere le mani sulla versione in anteprima. Il gioco, che è molto più di un gioco (o molto meno), più chiacchierato dell’anno è finalmente disponibile per Playstation
Cosa dire di No Man’s Sky?
Fin dalle prime immagini questa “opera” ha attirato una curiosità e un’attenzione fuori dal comune. No Man’s Sky è un gioco di esplorazione, sopravvivenza e azione in prima persona che vi mette al comando di piccola astronave in esplorazione dello spazio infinito.
E quando dico infinito intendo davvero infinito.
Il software sviluppato dalla piccola casa di produzione Hello Games possiede un algoritmo capace di generare un enorme universo condiviso a sé stante.
Si calcola che l’universo di No Man’s Sky sia composto da 18 quintilioni di pianeti (il quintilione dovrebbe essere in scala “miliardi di miliardi di miliardi”, se non ho capito male).
Ogni pianeta è un sistema complesso abitato da uno specifico tipo di fauna, con un suo ambiente naturale e civilizzato o meno da una razza aliena con un proprio linguaggio e cultura. L’estensione dei pianeti è simile a quella della Terra, la vera Terra.
Credo che da queste premesse sia comprensibile l’hype che ne ha circondato l’uscita.
La domanda che molti fanno è: esiste uno scopo? In teoria sì, arrivare al centro dell’universo e pare che qualcuno ci sia già riuscito.
Quel prisma al centro della foto invece è l’Atlas, l’atlante, un database dove tutti i giocatori del mondo possono registrare le loro scoperte, il vero nocciolo di fascinazione di No Man’s Sky. Il gioco è concepito come il più grande sandbox che sia mai stato creato: potete fare quello che volete, quando volete.
La gran parte dell’universo è inesplorato anche ai creatori della Hello Games e, da giorni, centinaia di migliaia di player stanno dando un nome alle specie animali sconosciute e ai planetoidi inesplorati. I nomi saranno comuni per tutti quelli che mai esploreranno quest’universo virtuale. All’interno del gioco vige un complesso sistema economico gestito dall’Atlas stesso, ma le informazioni sono ancora poche.
Il dato che più mi ha impressionato, però, è questo: se anche un miliardo di persone giocassero in contemporanea, non è detto che, data la vastità dell’area di gioco, due giocatori si incontrino… un simulatore di solitudine esistenziale tendente all’infinito.
Alessandro Benassi