In apparenza perfetta, conquista la fiducia di un intera famiglia. Ma dietro la sua perfezione si nasconde qualcosa di mostruoso. La baby sitter Louise è la protagonista dell’ultimo romanzo di Leila Slimani dal titolo Ninna nanna, edito da Rizzoli. Libro che ha permesso alla scrittrice francese di origini marocchine, appena 36enne, di aggiudicarsi nel 2016 il prestigiosissimo premio Goncourt, vendendo la bellezza di 600 mila copie.
Ninna nanna: la trama
L’idea vincente della Slimani risiede innanzitutto nella scelta strutturale. Il lettore scopre già nelle prime quattro pagine del romanzo ciò che di orribile accade a Parigi, in una via elegante del decimo arrondissement. I bambini Mila e Adam, messi nelle mani amorevoli di Louise, fanno una fine orrenda. Il nome dell’assassino viene svelato all’inizio della storia. Perché alla Slimani non interessa raccontare il solito thriller. A lei interessa il soggetto rovesciato. Partire dalla fine per indagare sul perché Louise arrivi ad uccidere due anime innocenti.
E così il lettore incontra Myriam, madre dei due piccoli, avvocato, che dopo il secondo parto decide di tornare a lavorare. Serve quindi una baby sitter. La scelta, fatta assieme al marito Paul, arriva dopo una selezione lunga e accurata. I due non vogliono affidare i propri figli alla prima arrivata, sebbene la tata, chiunque essa sia, è pur sempre una sconosciuta.
La scelta ricade su Louise. Donna in grado di guadagnarsi fin da subito l’affetto incondizionato di tutta la famiglia. Nel suo lavoro appare impeccabile, se non addirittura perfetta. Ma questa perfezione, che le permette di conquistate la fiducia di Myriam e Paul, contribuisce a fare di lei un personaggio inquietante. In casa riporta un ordine impeccabile. Riappacifica i rapporti tra i due bambini. La famiglia ritrova la sua armonia. Eppure la donna è circondata da un alone di mistero. La Slimani racconta pochissimo della sua vita, della sua psicologia. E il lettore continua a chiedersi chi sia veramente. Fino a quando, la scelta di Louise, si rivelerà la peggiore che Myriam e Paul potessero mai fare.
Ninna nanna: i temi
Non è solo una storia cupa, tratta da un fatto di cronaca realmente accaduto a New York. In essa ardono, senza mai palesarsi con chiarezza, le debolezze della cultura occidentale. Le difficoltà della maternità e della genitorialità, messe sulla bilancia assieme alla libertà e alla realizzazione personale. Le differenze sociali e i conflitti culturali, che la Slimani evoca, optando per un’inversione di classe sociale.
Myriam è nordafricana naturalizzata, mentre Louise è francese. I genitori di Mila e Adam appartengono ai bobo, come vengono chiamati in Francia. Un ibrido fra bourgeois e bohème. Gente dei quartieri eleganti, che si saluta senza conoscersi, che ama viaggiare, che adora la cultura e i matrimoni con persone di etnie differenti, e che nonostante la sua apertura mentale, viene presa in giro perché beve succo di carota o mangia quinoa.
Dall’altra parte c’è Louise, che appartiene al sottoproletariato femminile. Quello invisibile delle tate, pagate per accudire e amare bambini non loro. Costrette a fingersi madri per contratto, mentre soffrono l’impossibilità di realizzare i propri desideri
Nel libro il conflitto tra le due parti non è mai frontale ma indiretto, perché ci sono di mezzo i bambini. Il rapporto fra Myriam, Paul e Louise è fondato su un equivoco. I dialoghi non arrivano mai ad una presa d’atto definitiva. Il risultato è una commedia sociale. Nella quale, sfruttando le debolezze dei due genitori, la tata prenderà il sopravvento fino al compimento della tragedia finale.
Michele Lamonaca