L’Unione Europea contro Nike
A scatenare la multa di 12,5 milioni di euro che Nike dovrà pagare all’Unione Europea c’è un reato molto grave in ambito europeo: sarebbe stata negata la libera vendita delle merci. Sin dalla fondazione dell’UE infatti, il libero commercio è uno dei pilastri dell’Unione. Il brand sportivo avrebbe violato questo principio vietando la vendita di prodotti legati a top team come Barcellona, Inter, Juventus e Roma all’estero da parte dei rivenditori. Il commercio di questi prodotti era infatti stato vietato dalla casa madre, con tanto di minacce di revocare le licenze per vendere prodotti Nike al di fuori del territorio di competenza.
Un tentativo di truccare il mercato
Ma perché Nike avrebbe fatto questo? Semplice, consentendo ai rivenditori la vendita esclusivamente nel loro paese, Nike avrebbe guadagnato di più avendo ridotto l’offerta disponibile di prodotti. In questo modo però, Nike ha violato regole di concorrenza e soprattutto ha truffato i consumatori, come ha dichiarato la commissaria alla concorrenza UE Margrethe Vestagher.
I prodotti ufficiali della squadra del cuore, come sciarpe o magliette sono spesso oggetti di culto per i tifosi di calcio. Nike ha impedito a molti dei suoi licenziatari di vendere questi prodotti in altri Paesi, riducendo così la scelta offerta ai consumatori e facendo salire i prezzi.
Codacons: “multa ridicola”
La sanzione non è sembrata adeguata, per usare un eufemismo, al Codacons che ha rincarato la dose nei confronti di Nike. Secondo l’associazione per la tutela dei diritti dei consumatori infatti, la multa avrebbe dovuto essere molto più alta per il colosso statunitense. Per la mole di soggetti coinvolti, il danno arrecato alle persone ed al mercato in effetti la sanzione appare irrisoria. Per di più, secondo la Commissione, Nike avrebbe collaborato oltre i propri obblighi giuridici, assicurandosi così una riduzione del 40% sull’ammontare della sanzione. Il pensiero del Codacons su questa vicenda si potrebbe riassumere con questa frase:
Un’ occasione persa per punire le scorrettezze delle multinazionali a danno dei consumatori.
Luca Pesenti