Boko Haram, continua a tenere ‘in ostaggio’ la Nigeria, ennesimo raid: almeno 110 morti.
È nel 2014 che il mondo sente parlare per la prima volta del terrorismo di Boko Haram in Nigeria, ma già da diversi anni il gruppo terroristico metteva in ginocchio il paese inseguendo il sogno di un Califfato islamico nel cuore dell’Africa.
A suscitare l’attenzione globale fu il sequestro di 276 studentesse nel 2014, per un periodo divenne la lotta di tutti, poi il mondo ha pian piano voltato lo sguardo ma la guerra in Nigeria non si è mai fermata.
Nelle ultime ore l’Onu ha reso noto l’ennesimo attacco, conclusosi con la morte di almeno 110 persone, uomini e donne occupati a lavorare in una risaia, trucidate senza pietà.
Boko Haram, il villaggio di Koshobe sotto attacco
Sono almeno 110 i civili morti nell’ultimo attacco di Boko Haram che ha portato avanti un raid nel villaggio di Koshobe, non troppo lontano da Maiduri, capitale dello stato del Borno. Siamo nel nord-est della Nigeria, una zona prettamente rurale, e a finire nella strage di una banda del noto movimento jihadista sono stati i contadini di una risaia.
Uomini e donne, trucidati senza pietà da un gruppo di terroristi in moto, lo racconta Edward Kalln: “Almeno 110 civili sono stati uccisi con crudeltà, e numerosi altri sono stati feriti durante l’attacco.” Stando a quanto riportato da Rainews.it, due responsabili di una milizia filo-governativa hanno riferito di persone sgozzate e decine di persone gravemente ferite.
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— UnityRadioFMTV (@UnityRadioFMTV) November 30, 2020
La sfida all’Occidente
L’Occidente ha chiuso spesso gli occhi in questi 11 anni di terrore in Nigeria, quello riportato in queste ultime ore è infatti solo l’ultimo di una lunga serie di attacchi subiti dal paese negli ultimi anni.
Sull’Avvenire, nel 2019, si parlava di oltre 16.500 morti a cominciare dal 2009, un dato che è drasticamente aumentato nell’ultimo anno. Secondo Money.it ad oggi sono circa 36mila le vittime del gruppo terroristico e 2 milioni le persone costrette ad abbandonare la loro casa. L’impatto del terrorismo jihadista sulla vita di milioni di nigeriani non accenna a placarsi e con il tempo sta coinvolgendo anche paesi confinanti, dal Ciad al Camerun al Niger.
La sfida di Boko Haram non tocca solo le autorità locali ma anche il resto del Mondo che troppo spesso ha voltato lo sguardo: il nome del gruppo terroristico, in lingua hausa, è infatti traducibile con “l’educazione occidentale è peccato.” Il gruppo, alleato dell’ISIS, è stato fondato nel 2002 nascendo come una setta sunnita fondamentalista.
Negli anni è andato poi a svilupparsi come un gruppo salafita-jihadista con all’attivo circa diecimila persone. A finanziare la loro guerra alcuni politici locali e l’esercito nigeriano.
Emanuela Ceccarelli