Niente IVA sulle mascherine: bene primario. E gli assorbenti?

niente IVA sulle mascherine

Niente IVA sulle mascherine. Con il decreto Rilancio, i DPI sono stati resi esenti dall’imposta sul valore aggiunto. L’aliquota applicata su tali prodotti sarà ridotta al 5%. Inoltre, per tutta la durata dell’emergenza, l’IVA sui dispositivi di protezione individuale sarà azzerata. Un provvedimento doveroso, richiesto a gran voce dai cittadini, a cui le istituzioni hanno dato ascolto. Del resto, con l’allentamento delle misure restrittive, le direttive su distanza di sicurezza e adozione dei DPI non cambiano. Si tratta dunque di beni di consumo primari, di cui avremo bisogno fino all’introduzione sul mercato di un vaccino. Sì, ma gli assorbenti?



Niente IVA sulle mascherine, ma gli assorbenti rimangono beni di lusso

Secondo i dati dell’ISTAT, la popolazione femminile in Italia costituisce il 51,3% del totale. Nel corso della loro vita, in un periodo compreso in media tra i 12 e i 50 anni, le donne vanno incontro mensilmente a perdite di sangue dai propri organi genitali, note come mestruazioni. Mediamente, la loro durata è di 3-5 giorni. Si stima dunque che, per mantenere una corretta igiene, ci sia bisogno di cambiarsi almeno 4 volte al giorno. 21 milioni di donne comprano gli assorbenti ogni mese. Si tratta di un acquisto pari a 2,6 miliardi di prodotti l’anno, equivalente a una spesa singola annuale di 150 euro. Una cifra non indifferente, sopratutto per le donne con basso reddito. Va considerato infatti che uno studio dell’ISTAT, antecedente alla diffusione della pandemia, ha evidenziato che quasi un italiano su tre è a rischio povertà. Di questi, le donne che vivono in condizioni di indigenza sono 2 milioni e 277mila.

Beni primari e con IVA ridotta: tra manifesti elettorali, tartufi e merendine

In Italia l’IVA sugli assorbenti rimane al 22%, al pari di tablet e televisori. Non sono considerati prodotti essenziali, al contrario di quotidiani, volantini e protesi dentarie. Gli assorbenti, tuttavia, non godono neanche di una riduzione dell’aliquota. Nella categoria di beni con imposta agevolata al 10% si trovano merendine, francobolli da collezione e carne. Nel corso degli anni, le mobilitazioni contro la Tampon Tax in tutto il mondo hanno portato a una serie di riduzioni. L’IVA sugli assorbenti in Olanda e Belgio è pari al 6%, mentre in Francia e Inghilterra è del 5,5%. In Irlanda, invece, è stata completamente abolita. Nel nostro Paese, i 5 Stelle avevano annunciato un abbassamento dell’aliquota al 5%. Il governo, tuttavia, ha fatto marcia indietro. Tra le motivazioni elencate per giustificare il dietro front, a quanto pare, anche quella ecologista. Il capogruppo del movimento 5 Stelle alla camera, infatti, ha dichiarato:

Noi siamo anche per l’ambiente, non siamo a favore degli assorbenti usa e getta. Ci sono delle possibilità non inquinanti, come le coppette mestruali e i pannolini lavabili.

Che un uomo esorti la popolazione femminile ad utilizzare determinati prodotti per la propria igiene intima, senza aver mai avuto le mestruazioni, sembrerebbe un pelino inappropriato.

Lo è, a maggior ragione, laddove non si documenti sul tipo di esigenze che potrebbero portare le donne a scegliere l’uno o l’altro dispositivo. Flusso abbondante, particolari conformazioni dell’utero, impossibilità di svuotare prontamente le coppette mestruali o lavare gli assorbenti riutilizzabili sono solo alcune di queste. Senza contare il costo superiore e la minor reperibilità dei prodotti compostabili. Del resto, con o senza IVA ridotta, le donne continueranno ad acquistare gli assorbenti poiché continueranno ad averne necessità. Una pianificazione di tutela ambientale dettata da reali interessi, dunque, dovrebbe prevedere l’attuazione di una serie di provvedimenti concreti. D’altra parte, il ritorno alla normalità dopo 2 mesi di lockdown è stato scandito dal passaggio da immagini che ritraevano le nostre città, un tempo inquinate, dai cieli e dai mari finalmente limpidi, a foto che denunciano l’abbandono in strada dei DPI usa e getta. Questo, tuttavia, non ha impedito l’azzeramento dell’imposta su un bene fondamentale. Niente IVA sulle mascherine. Ora, però, è il turno degli assorbenti.

Laura Bellucci

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