“Resistere dunque è anche parlare, scrivere, denunciare, comunicare, condividere con forza anche le proprie paure. Resistere non è un semplice esser contro il potere, ma esser “inevitabilmente” messi contro dal potere. Chi resiste non prende una posizione se non quella dei diritti e delle opportunità per tutti: l’insopprimibile desiderio di libertà e di indipendenza gli impediscono qualsivoglia appartenenza, però tale incasellamento gli viene assegnato d’ufficio dal gregge belante dei detrattori. Oggigiorno per ribellarsi basta esser coerenti con sé stessi, nulla di più semplice e nulla di più difficile da realizzare”.
Con queste parole, tratte da un articolo di Franco Giordano, apro il mio per raccontare una storia di lotta e resistenza.
La resistenza in Val di Susa ha il pugno chiuso e il sorriso aperto della settantenne Nicoletta Dosio.
Figlia di operai, Nicoletta è una ex insegnante di Lettere classiche ai licei di Bussoleno, un impegno politico da attivista in prima linea.
Un impegno che si traduce in molteplici e coraggiose azioni contro: contro la linea Torino – Lione, contro il nucleare e la privatizzazione dell’acqua, contro le guerre.
Un contro che è un muoversi sempre verso la tutela dell’ambiente e dei diritti dell’uomo.
Candidata alle elezioni europee, seppur non eletta, non si dà per vinta. E vince, tra la gente che apprezza la capacità di unire ideali e concretezza.
Non s’arresta. Nemmeno quando il tribunale di Torino “l’arresta” – come lei stessa evidenzia ironicamente – con dei provvedimenti restrittivi: obbligo di dimora dalle 18 alle 8 e obbligo di firma.
Resistere non è un prendere posizione e piantar i piedi al suolo.
È aver il polso per reagire. Gambe per mettersi in cammino.
Nasce così il ” No Tav Tour – io sto con chi resiste” che tocca le città di Cuneo, Riotorto – Piombino (Li), Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Pavia, Palermo.
Ad ogni tappa, Nicoletta Dosio da voce ed energia al movimento e alle storie di Niccolò, Giuliano, Luca e di tanti giovani che hanno subito le misure repressive del Tribunale per i fatti dell’estate del 2015, quando un corteo di persone avevano tentato di raggiungere il cantiere della Torino – Lione a Chiomonte
Nicoletta Dosio si presenta pubblicamente nei cortei, rilascia interviste, tiene comizi e rifiuta così gli obblighi imposti dal Tribunale.
“Il movimento No Tav lotta ormai da quasi trenta anni contro un’opera inutile, costosa, devastante per la salute di chi la fa e di chi la subisce, ma contro un modello di vita e di sviluppo fondato sulla guerra all’uomo e alla natura”
Ha dichiarato.
Le conseguenze del No Tav Tour non tardano ad arrivare e si traducono, nel 2016, negli arresti domiciliari e successivamente nel divieto di dimora in Val di Susa.
“Domiciliari che non rispetterò, come non ho rispettato l’obbligo di firma quotidiana e di dimora.
Il conflitto contro l’ingiustizia è un diritto e un dovere.
La mia casa non è una prigione; non sarò la carceriera di me stessa.
Mi sento serena e sicura”
Continua così la sua lotta contro le ombre dello Stato, la sua marcia di giustizia verso un’alba portatrice di nuove speranze.
Non si ferma, ma continua la sua azione anche la “giustizia” Torinese, che avvia un processo per evasione con richiesta di condanna a 8 mesi di reclusione
Il processo si concluderà, poi, con una sospensione della pena.
Non s’arresta Nicoletta. Né arretra.
La verità è nella parola che sa avanzare lentamente e lascia un segno profondo di apertura e fioritura.
La libertà è nell’azione paziente che non fa quasi rumore. È eco che oltrepassa le montagne. E torna come canto a più voci.
Resistere è una magia possibile:
“Contro il buio mortifero delle casseforti, dei tunnel e delle prigioni noi vediamo chiaro e continuiamo a lottare perché si faccia giorno, sicuri dell’alba che verrà”
Fatima Mutarelli