Il numero di arresti, fa di essa la più grande operazione mai portata a termine in Italia contro i clan della ‘Ndrangheta. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Vibo Valentia hanno arrestato 334 persone. Smantellato il clan Mancuso di Limbadi. A coordinare l’azione, la procura antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, che a nostro avviso commette un passo falso nella gestione mediatica dell’operazione.
Nicola Gratteri sarà pure un profondo conoscitore, nonché zelante repressore, della ‘ndrangheta. Però, l’ uscita di ieri, del blitz più grande dopo il Maxi processo, se la poteva risparmiare.
Innanzitutto, perché di un magistrato che fa del numero di arresti la cifra della sua efficacia, c’è da diffidare. I processi e le inchieste non sono certo battute di pesca a strascico, e trattarle così significa ignorare la presunzione di innocenza. Ma, si sa, l’antimafia è un ombrello che ripara tutti.
In secondo luogo, richiamarsi al Maxi processo del 1986 è scorretto. Perché testimonia la ricerca ossessiva di medaglie che magari non sono meritate, ma, soprattutto, perché uniformizza contesti e fenomeni del tutto diversi. Cosa Nostra degli anni 80, il rapporto con politica e affari, sono diverse dalla ‘ndrangheta di oggi. Questi paralleli, con tanto di retate e arresti di gente in quota centrodestra, alla vigilia di elezioni cruciali come quelle in Emilia Romagna, puzzano di campagna elettorale lontano un miglio.
Caro dottor Gratteri, Falcone e Borsellino diventarono giganti loro malgrado, a loro insaputa. Non serve evocarli per essere come loro. Un bagno di umiltà, non farebbe male.
Vincenzo Scalia