Nicaragua, ONU: commessi gravi crimini contro l’umanità

Daniel Ortega, presidente del Nicaragua

Il Nicaragua è purtroppo ancora al centro del dibattito internazionale relativamente al rispetto dei diritti umani. Giovedì 29 febbraio a Ginevra è stato infatti presentato il secondo rapporto redatto dal gruppo di esperti ONU sui i diritti umani in cui si legge che nel paese sono stati perpetrati nell’ultimo anno “crimini contro l’umanità come l’incarcerazione e la deportazione” nei confronti di ogni tipo di avversario politico allo scopo di “silenziare gli oppositori reali o presunti”.

Nicaragua, Ortega la repressione violenta del dissenso

Rispetto al precedente primo rapporto gli esperti ONU hanno aggiunto nomi e dettagli maggiori specificando che per questi reati dovrebbero essere sottoposti ad indagine “il presidente Daniel Ortega, la vicepresidente e moglie Rosario Murillo oltre ad alcuni alti funzionari statali” tra cui il presidente dell’Assemblea nazionale, Gustavo Porras, il procuratore generale Ana Julia Guido, il magistrato della magistratura, Marvin Aguilar e il viceministro degli Interni, Luis Cañas. In un contesto del genere è probabile che anche lo stesso Nicaragua potrebbe essere chiamato a rispondere della sua eventuale responsabilità di Stato.

Il tema del rispetto dei diritti umani a Managua, capitale del paese, è discusso da anni e la situazione non sembra essere migliorata, anzi, al contrario, la persecuzione di qualsiasi voce dissidente nel Paese sembra essere sempre più diffusa. Come denunciato da un rapporto di Amnesty International il regime di Ortega già nel 2018 reprimeva con ogni forma di violenza tutte le forme di dissenso e di critica e negli anni ha provocato oltre 300 morti, più di 2000 feriti e centinaia di arresti arbitrari.

In particolare nell’aprile di quell’anno le proteste a seguito della riforma del sistema previdenziale furono represse con la forza utilizzando armi letali, anche quelle vietate dal diritto internazionale, ed in certi casi mettendo in piedi vere e proprie esecuzioni extragiudiziali.

Per le elezioni presidenziali tenutesi nel 2021 Ortega ha fatto arrestare tutti i candidati avversari e ha ordinato un’ondata di repressione con perquisizioni e incarcerazioni arbitrarie di tutti i possibili oppositori (39 le persone identificate). I dati ufficiali di quelle elezioni “farsa” raccontano di un plebiscito per la riconferma del presidente, ma secondo fonti vicine alle opposizioni l’astensionismo è stato superiore all’ 80% degli aventi diritto.

Nicaragua, il primo rapporto dell’ONU nel 2023

All’inizio del 2023 in seguito all’espulsione arbitraria di 222 oppositori politici, mandati negli Stati Uniti con la forza e privati poi della loro nazionalità, l’ONU ha redatto il primo rapporto riguardo la situazione nicaraguense.

Nel documento si descrive la repressione messa in atto dal regime sandinista che ha riguardato ogni aspetto della vita sociale del paese: oltre ai politici, e tra questi anche il leader dell’opposizione Felix Maradiaga costretto come tanti altri a ricominciare una nuova vita lontano da casa, sono stati colpiti giornalisti, studenti, scrittori e anche religiosi come Monsignor Rolando Álvarez, vescovo di Matagalpa, detenuto illegalmente per oltre 500 giorni con l’accusa di essersi rifiutato di lasciare il paese.

Stesso trattamento è stato riservato nel corso dei mesi successivi ad almeno 14 sacerdoti e lo stesso Papa Francesco ha più volte preso posizione riguardo questa situazione avendo però come risposta del leader sandinista la chiusura dell’ambasciata vaticana a Managua.

Oltre alle persone il regime ha colpito anche le istituzioni e le associazioni presenti nel paese tra cui canali radio, università e anche molte ONG che si occupavano di aiutare le persone più in difficoltà. Accanto a tale politica di forte repressione interna Ortega ha portato avanti anche un processo di isolazionismo internazionale il cui ultimo passo si è compiuto nel 2023 quando il Nicaragua si è ritirato dall’Organizzazione degli stati americani (OEA) considerata dallo stesso leader “uno strumento d’intervento unipolare degli Stati Uniti” e che nel 2021 aveva denunciato la non regolarità delle elezioni tenutesi nel paese centro americano.

La situazione che si è venuta a creare negli anni è adesso molto grave e l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite è solo l’ultima denuncia in ordine temporale di una situazione che non sembra migliorare anche perché il totale accentramento dei poteri statali nelle mani del presidente ha creato una situazione che la stessa ONU descrive come “totale impunità, che si è estesa di fatto anche al di fuori del territorio nicaraguense”.

                                                                                                                                                                                                                                                                      Andrea Mercurio

 

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