Nel 2019 gli abbonati italiani corrispondono a 1,5 milioni, ma sono in crescendo
Lanciata nel 2015, Netflix Italia sta crescendo lenta e costante. Secondo i dati dell’inglese Comparitech.com l’Italia si piazza infatti al 16esimo posto globale per numeri di abbonati (circa 1,5 milioni). Con un rapido calcolo, il risultato è semplice: 13,2 milioni di dollari mensili e quindi 158,42 milioni di dollari annuali di ricavi. Niente male per un mercato tutto sommato piccolo rispetto a mostri come Stati Uniti (saldo al primo posto) e Australia (fermo al secondo).
L’ottimo risultato acquisisce maggiore valore se confrontato ai numeri del principale concorrente. Amazon Video, infatti, conta “soltanto” circa 500mila utenti italiani – che equivalgono agli utenti che hanno sottoscritto il pacchetto Prime, conditio sine qua non per accedere al catalogo video – un terzo in meno degli iscritti a Netflix Italia.
Netflix ha incrementato i contenuti originali del 3,050% in quattro anni
Al management della società nata nella Scotss Valley nell’ormai lontano 1997 grazie a un’intuizione di Reed Hastings e Marc Randolph non devono essere sfuggiti i buoni numeri legati al Bel paese. Crescono infatti esponenzialmente le produzioni originali Netflix, che nel caso italiano hanno generato, oltre che lavoro per gli addetti, anche flusso e visualizzazioni sulla piattaforma. Al di là del loro valore cinematografico, infatti, indubbio è che serie come Suburra e Baby o il lungometraggio di impegno civile Sulla mia pelle riguardante la vicenda di Stefano Cucchi, abbiano creato movimento, discussione, numeri.
Netflix Italia ha prodotto le serie Suburra e Baby, i film Sulla mia pelle e Lo spietato, oltre a stand-up comedy e serie per bambini
A confermare la linea editoriale per quanto riguarda Netflix Italia è la stessa compagnia, che ha già annunciato lo stanziamento di circa 200 milioni di dollari per i prossimi tre anni a supporto di produzioni originali nel nostro paese. Uno sforzo fondamentale per l’industria italiana, che vede coinvolte, ogni anno, tra maestranze, artisti e fornitori, migliaia di unità e che genera, nonostante la crisi delle sale, milioni di euro.
Così Kelly Luegenbiehl, responsabile dei contenuti originali per Europa e Africa:
L’Italia è culla di grandi narratori e talenti straordinari e il nostro obiettivo è quello di trovare quelle voci uniche e locali che possano appassionare il nostro pubblico mondiale
Lo studio inglese ha inoltre analizzato altri dati riguardanti Netflix e l’uso che ne viene fatto, individuando che due terzi degli utenti del sito condivide il proprio account con amici e parenti e che circa la metà dei fruitori globali accede al sito attraverso la propria console di videogiochi. Un altro dato degno di nota indica che l‘ottanta percento delle visualizzazioni avviene attraverso i suggerimenti personalizzati prodotti dall’algoritmo della piattaforma.
Una risorsa anche per il cinema in sala?
Che la collaborazione tra il colosso statunitense, i distributori e gli esercenti possa dunque aiutare anche il cinema “tradizionale”? I dati dicono di sì, come mostrato dalle uscite – evento di Roma, lungometraggio di Alfonso Cuarón costato a Netflix circa 15 milioni di dollari e distribuito in varie sale con proiezioni speciali o di Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, che ha ottenuto buoni risultati al box office nonostante l’uscita in contemporanea sulla piattaforma online.
Giorgio Federico Mosco