In Italia il dibattito sul Recovery Fund continua a non dare tregua, da una parte vi è chi appoggia pienamente la manovra, dall’altra vi sono coloro che non si fidano delle clausole e delle condizioni poste dalla Commissione Europea. Dei 127 miliardi previsti per l’Italia, di cui 81 a fondo perduto, il ministro Franceschini ha già le idee chiare su come investire parte del prestito. Una piattaforma streaming “made in Italy”.
“Netflix della cultura Italiana”
Se c’è un settore che non ha visto crisi in questo anno drammatico e, anzi, ha continuato a crescere incessantemente è quello dello streaming (+16% in un anno). Un grande settore con un pubblico ampissimo e molto giovane. Da questa considerazione sullo stato attuale nasce il progetto del ministro dei Beni e delle Attività Culturali: creare una piattaforma streaming, a pagamento, incentrata sulla cultura italiana e sul “Made in Italy”.
Il progetto, che si richiama le piattaforme più famose come Netflix e Amazon Prime, promuove e mette al centro le produzioni italiane. Grandi film, recenti e non, ma anche un occhio di riguardo per i bellissimi documentari che ogni anno vengono girati. Tutta la filiera artistica è tenuta in grande considerazione: all’interno del catalogo compariranno persino spettacoli teatrali (sia di prosa che lirica) e concerti.
Rendere la cultura italiana più fruibile a tutti
Il progetto nasce con l’intento di promuovere la cultura italiana e riaccenderne il desiderio nel cuore dei cittadini. Il settore culturale, anche in questo periodo di ripresa, rimane ancora grandemente debilitato. Il desiderio del ministro è quello di riavvicinare all’opera l’occhio del fruitore, se pur virtualmente. Tale esperienza non vuole sostituire quella vicinanza fisica e quell’intimità che si ha solo davanti ad un’opera.
L’idea di una piattaforma Netflix incentrata sul “Made in Italy” può sicuramente piacere ai giovani, così indirizzati verso la tecnologia. Un dato, tuttavia da tenere in considerazione è quello fornito recentemente da Auditel, secondo il quale 3,5 milioni di famiglie hanno molta difficoltà ad accedere ad internet. Per queste persone si consiglia di investire in nella tecnologia che ampliano i segnali, esattamente come un ripetitore segnale cellulare , permettendo a tutti di fruire dell’arte.
“Netfix della cultura italiana”: progetti simili
Non meno importante sarebbe l’idea, anche questa supervisionata dal ministro Franceschini, di creare una “Digital Library Italiana“, sempre servendosi degli eventuali investimenti del Recovery Fund. Con questo progetto si vorrebbero digitalizzare i dati presenti all’interno degli archivi pubblici. Ciò garantirebbe un patrimonio nazionale accessibile a tutti, difendendosi dalle grandi multinazionali come ad esempio Google.
l’Italia ha un patrimonio di dati a cui nessuna fondazione americana può avvicinarsi. Se mettiamo online i 101 archivi centrali dello Stato, gli immensi archivi fotografici pubblici e quelli delle nostre biblioteche, saremo in condizione di trattare con i giganti della rete
Durante i mesi che abbiamo trascorso in casa erano nati progetti simili sempre finalizzati alla promozione della cultura. Alcuni tra i musei più importanti del mondo, dai Musei Vaticani agli Uffizi passando per il Museo del Louvre di Parigi, hanno messo a disposizione i propri cataloghi online, permettendo al pubblico di visitare i propri capolavori comodamente da casa.
Jacopo Senni