Una megacity di estensione pari a 26 mila km² (più grande della Sardegna) sorgerà sul territorio compreso tra Arabia Saudita, Egitto e Giordania. Si tratta di Neom. Ad annunciare l’ambizioso progetto, il cui valore complessivo si aggirerebbe intorno ai 500 miliardi di dollari, è stato il principe ereditario Mohammad bin Salman in occasione del “Future Investment Initiative”.
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Fonte: Discover Neom
Smart city. Neom non sarà soltanto un enorme metropoli lambente le coste del Mar Rosso, ma anche un nucleo altamente tecnologico alimentato interamente da fonti rinnovabili. Una vera e propria città intelligente caratterizzata da servizi innovativi.L’idea di base è la diversificazione dell’economia saudita, in aderenza al piano di riforme Vision 2030. La manovra, tra gli altri obiettivi, prevede la graduale emancipazione dal petrolio.
L’intera rete di trasporti, con treni velocissimi, droni e quanto di più efficiente potrà offrire il mercato, sarà completamente automatizzata. Inoltre ci saranno laboratori, centri di ricerca tecnologica, ma anche lussuosissimi hotel e strutture di intrattenimento.
Torneremo a essere ciò che eravamo prima dell’ascesa dell’estremismo iraniano nel 1979, un Islam tollerante e moderato, che sia aperto al mondo e a tutte le religioni e alle tradizioni dei suoi popoli.
Il progetto del principe Salman risulta importante anche in chiave politica. Recentemente il regno saudita ha varato importanti riforme, prima impensabili. Tra le ultime, il permesso di organizzare concerti e l’abolizione del divieto di guida per le donne. Queste novità, come la stessa “Neom“, vorrebbero produrre due tipi di effetti: da una parte, consolidare maggiormente la legittimità della monarchia, dall’altra ridimensionare il ruolo assegnato agli alleati wahabiti, di matrice sunnita.
La famiglia reale è sempre stata costretta, al fine di evitare rivolte, a concedere loro la gestione di rilevanti settori del paese, come l’istruzione e il sistema giudiziario. Aprire le porte ai capitali mondiali (al forum hanno partecipato circa 3.500 possibili investitori) rilancerebbe oltremodo l’economia del Paese. Il consenso delle nuove generazioni permetterebbe al Regno di abbandonare gradualmente la vecchia struttura di potere e non dipendere più dalla fazione wahabita.
Un ulteriore indizio circa la crescente volontà di rinnovamento si può dedurre dall’assetto politico previsto per la nascente metropoli. Neom non sarà dipendente dal governo saudita, tranne per quanto riguarda la sovranità, la quale farà capo a Riyad.
Inoltre sarà soggetta a un regime di tassazione particolare. Vera grande novità, il sistema giudiziario sarà autonomo. Qualora tutto andasse secondo i piani,Neom dovrebbe essere pronta per il 2030. Questa è la data prevista per la sua realizzazione dal Fondo d’investimento pubblico saudita, il quale non ha escluso la possibilità, in futuro, di quotare Neom in borsa.
Giuseppe Bua
ci andranno a vivere le 923milioni di persone che non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura ?