Il turismo globale è un’industria da un trilione di dollari. Non sorprende che tale industria contribuisca in modo significativo alle emissioni di gas serra. Anche perché ormai il mondo è diventato più ricco e i viaggi aerei sono meno costosi. Finora, tuttavia, le stime delle emissioni del settore non sono state abbastanza buone.
Nel 2008, l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) riportò quanto segue: la cifra più attendibile è che il turismo sarebbe responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di biossido di carbonio. Ma il gruppo intergovernativo ha scritto nel suo rapporto che questa stima non includeva le emissioni da cibo, alloggio o acquisti. Quindi la cifra reale dovrebbe essere più alta. La domanda è: quanto più alta?
Turismo letale
Dieci anni dopo, Arunima Malik dell’Università di Sydney e i suoi colleghi possono finalmente dare una risposta. Nell’analisi più completa del settore, si stima che l’impronta ecologica del turismo globale sarà circa l’8% di tutte le emissioni. Più del doppio della stima precedente! Tale conclusione è stata pubblicata su Nature Climate Change. Per giungere a questa conclusione, hanno combinato tre grandi database internazionali e incluso tutti i tipi di gas serra; non solo l’anidride carbonica come aveva fatto la stima precedente.
La definizione di turismo utilizzata da questi database è: qualcuno “che fa un viaggio in un luogo esterno dal suo ambiente abituale per meno di un anno e per uno scopo diverso dall’essere impiegato da un’entità ivi residente”. Ciò significa che si esclude il flusso di migranti che si spostano per trovare un lavoro, ma include comunque i viaggi di lavoro.
Quando sono incluse sia le emissioni dirette (come quelle prodotte da un dato aereo) che quelle indirette (come quelle rilasciate nella costruzione di un hotel), il totale ammonta a circa 4,3 miliardi di tonnellate emesse ogni anno.
Più ricchezza, meno aria pulita
Il peso di queste emissioni non è distribuito in modo uniforme in tutto il mondo. Il turismo è un’attività costosa, e quindi più persone ricche sono presenti in un dato paese, maggiori saranno le relative emissioni.
Il rapporto tra ricchezza e turismo non è lineare. Cioè, la domanda di turismo sta crescendo a un ritmo più veloce di quello in cui il mondo si sta arricchendo, e si prevede che rimarrà uno dei settori in più rapida crescita nei prossimi decenni. Nel frattempo, le iniziative volte ad aiutare l’industria del turismo a ridurre le emissioni (come incoraggiare i turisti a percorrere distanze più brevi o incentivare gli operatori turistici a diventare più efficienti dal punto di vista energetico), non hanno contribuito a ridurre le emissioni abbastanza velocemente, secondo l’OMC.
Malik e i suoi colleghi concludono che, dato l’impatto estensivo del settore sulle emissioni globali e senza rallentamento del turismo in vista, l’unico modo per metterlo sotto controllo è una qualche forma di schema di tariffazione del carbonio che costringerà i turisti a capire il vero costo del loro tempo libero.
Roberto Bovolenta