Un’inchiesta scritta come un romanzo, con tante storie differenti che si intrecciano e raccontano quella del boss e narcotrafficante più pericoloso del Brasile.
Nel suo libro Nemesis – Ascesa e caduta di un grande narcotrafficante, edito da Baldini&Castoldi, la giornalista d’inchiesta Misha Glenny racconta le vicende di Antonio Bonfim Lopes, meglio conosciuto come Nem. L’autrice ripercorre le vicissitudini del capo incontrastato di Rocinha, la favela più grande del paese carioca, tracciando allo stesso tempo un ritratto lucido del Brasile più povero e abbandonato dalle istituzioni.
Nemesis: da uomo onesto a bandito
Nelle favela l’esistenza delle persone è regolata dalla legge del più forte. Tra povertà e degrado gli uomini sono costretti a tutto pur di provvedere a se stessi e ai loro familiari. Cosa accaduta anche al signor Lopes quando scopre che la sua bambina è affetta da una malattia rara. Per far fronte alle spese mediche ha solo una strada, smettere d’essere un uomo onesto ed entrare nel giro della droga. Da quel momento la sua carriera criminale è un’ascesa inarrestabile al potere, fino quando Lopes diventa a tutti gli effetti Nem, il grande boss di Rocinha.
Un narcotrafficante rispettato e temuto da tutti. Onnipotente regolatore della vita e della morte di chiunque abiti nel suo regno. Anche dal carcere. Anche adesso che autorità ed esercito hanno pacificato Rocinha con i carri armati.
La vita di Nem s’intreccia con quella del Brasile, in bilico tra una democrazia turbolenta, la dittatura militare e l’emigrazione di massa dal Nord-Est alle città della costa. Nem vuol dire soprattutto Rocinha, agglomerato di poche casupole, che a partire dagli anni Sessata e Settanta si è trasformato in un gigantesco insediamento comandato dalle bande criminali e da chi in vario modo ha ottenuto il rispetto della popolazione locale.
Nemesis: Rocinha paradiso della droga
Misha Glenny parte dall’arresto del famoso narcotrafficante, avvenuto nel Novembre del 2011, per fare un salto indietro nel tempo fino agli anni Sessanta. E procedere in avanti raccontando la storia del bandito che è anche quella di Rio De Janeiro. La ‘città meravigliosa’, come la chiamano i brasiliani, dove corruzione, intrighi politici e narcotraffico fanno il bello e il cattivo tempo, prosperando indisturbati. E poi Rocinha, simbolo della miseria inguaribile di cui sono vittime le periferie suburbane del Brasile. Che è anche il paradiso della droga, dove fare affari con la coca significa pagamenti puntuali e in contanti, senza problemi, e poi donne e feste funk.
L’autrice mette in fila cinquant’anni di storia brasiliana, arrivando fino ai giorni nostri, grazie alle voci di tanti suoi protagonisti. Tra questi non ci sono solo i cattivi, ma anche le pedine di un sistema marcio ma autosufficiente e in grado di rigenerarsi attraverso una fitta rete di rapporti.
Michele Lamonaca