La fine, per lo meno quella della quarantena forzata, oramai è imminente. In questo senso, da alcune settimane, oltre al computo statistico sui contagi, è diventato un trend mediatico cercare di capire come riformare gli spazi urbani e domestici nel rispetto del social distancing. Ed è per questo che tutti si chiedono come cambieranno le nostre vite, e soprattutto, se ci saranno nella fase due nuove soluzioni.
In realtà non è solo una questione di urbanistica. Quello che stanno pensando i comuni delle metropoli italiane è soprattutto un rinnovamento del sistema-città, non solo dello schema urbano. D’altronde, come l’architettura rielaborerà gli spazi domestici, così gli addetti ai lavori stanno preparando piani per sistemare i quartieri, le strade e i servizi delle grandi città. Non è solo un concetto che riguarda i grandi centri urbani, bensì anche le piccole comunità, che per quanto avvantaggiate da una minor estensione territoriale – e dunque, nella maggior parte dei casi, da meno problemi logistici – avranno anch’esse delle necessarie modifiche da apportare.
Nella fase due nuove soluzioni fondamentali: facilitare le misure di sicurezza e il benessere urbano
Recentemente, è stata pubblicata la notizia per cui il Comune di Milano avrebbe redatto una bozza per il progetto “Strade Aperte” su corso Buenos Aires. In pratica, una delle vie più importanti della città vedrà ridursi lo spazio per il traffico automobilistico. Secondo il piano, la carreggiata si appiattirà con un solo senso di marcia, e sullo spazio liberato verrà inaugurata una pista ciclabile.
Le innovazioni che in questi anni hanno riguardato Milano hanno reso la città un modello europeo e, proprio grazie a una riqualificazione sostenibile, la città vuole rimettersi in moto. Il Comune ha preparato anche un “Piano Zero” per far ripartire i servizi della città dalla “fase due” in poi. Un progetto modello che prevede l’aumento degli alberi in città, un’innovazione digitale delle infrastrutture e una generale transizione verso un sistema ambientale sostenibile.
Piero Pellizzaro, CRF dello stesso Comune, spiega:
La città sta lavorando per prevedere la fase post-emergenza, al fine di mitigare le conseguenze e i danni del dopo-Coronavirus. Dobbiamo ripensare il nostro modo di muoverci; dobbiamo ripensare l’economia”, ha dichiarato. “E c’è un’enorme opportunità di creare un grande programma di investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica, che potrebbero favorire il raggiungimento degli obiettivi ambientali”
Le nuove misure riguarderanno molte aree . Il social distancing innanzitutto, ma anche una città che sappia respirare. La tragedia del Coronavirus ha lasciato un solo, confortante, altro lato della medaglia: una situazione ambientale in netta ripresa. Anche per questo le “nuove città” devono puntare a mantenere un certo grado di qualificazione ambientale.
L’involontario assist offerto dalla quarantena ha reso gli spazi urbani più puliti, più verdi – anche grazie a una primavera finalmente non soffocata dal traffico – e ora con la possibilità di mantenersi nel tempo. I sistemi di trasporto saranno fondamentalmente ripensati: verranno agevolati i mezzi pubblici, si promuoverà l’uso del monopattino elettrico. Ma soprattutto, ritorneranno le biciclette.
La carica delle biciclette e il ripensamento degli spazi pubblici
Va ricordato che in Italia, soprattutto in Emilia, ci sono città con circa 150 chilometri di piste ciclabili (Ferrara e Reggio nell’Emilia) e dalla “fase 2”, ci si aspetta che molti altri capoluoghi diventino bike friendly. Le città italiane per conformazione territoriale hanno difficoltà a costruire spazi ciclabili. Eppure, ciò non toglie che nei prossimi mesi potremmo vedere molte più iniziative per promuovere la bicicletta.
Modificare la viabilità e ripensare i mezzi di trasporto sarà un’operazione che sosterrà sia la salute che l’ambiente. In questo senso, il sindaco di Bogotà, già alcune settimane fa aveva spiegato l’importanza di avere carreggiate libere dal traffico, riducendo, poi, lo spazio di queste in favore di pedoni e ciclisti. Si lavorerà quindi ancora di più verso l’ottica di una città sensibile all’integrazione tra uomo e ambiente, sfruttando le tecnologie a disposizione. Da anni, questo è uno dei temi più affrontati nel panorama urbanistico e architettonico e questa potrebbe rappresentare un’occasione fondamentale.
Riccardo Belardinelli