Nella Condorelli: Regista della Rivolta
Il 25 gennaio a Caltanissetta presso il Centro Polivalente Michele Abbate, in occasione dell’evento “200 anni di lotte sociali in Sicilia” (http://www.ultimavoce.it/anarchici-sicilia-lotte-sociali/ ) , è stato presentato il film documentario “1893: L’Inchiesta , scritto e diretto dalla regista Nella Condorelli. È un docufilm che va ben oltre i parametri italiani del lungometraggio per condurre una sperimentazione unica nel suo genere: scene che danno luogo a spazi sconfinati ove ci si disperde a dorso di un mulo alternate a sperimentazioni meta cinematografiche nelle quali viene ripreso direttamente il narratore Francesco Foti, per sfociare nel film d’animazione con evidenti richiami all’uso delle vignette di cronaca e di satira giornalistica. Ma l’unico vero intento della regista è stato quello di riportare i fatti storici a proposito della Rivolta del movimento siciliano dei fasci dei lavoratori: “una pagina di storia nazionale, dimenticata in Italia, celebrata in Europa” .
Come afferma il cronista Adolfo Rossi a proposito dei suoi articoli sui fasci:“Per me non avevano altro pregio che quello della sincerità. Ho raccontato ciò che ho visto, senza preconcetti, senza censure”.
È questo l’unico obbiettivo della giornalista che, con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Rovigo, riporta fedelmente il diario di viaggio del cronista Rossi. Dopo la proiezione, Nella Condorelli riafferma l’importanza dei documenti storici capaci di testimoniare realtà disconosciute; in particolare pone l’attenzione sulla questione meridionale, ancora insoluta; ma sulla quale i mass-media ufficiali non pongono attenzione mostrandoci la questione come ininfluente sul livello nazionale o, ancor peggio, già da tempo risolta. Non a caso, l’evento si è incentrato sul ruolo della ricerca storica con la presenza di altri due ospiti: Natale Musarra (storico esperto di storia del movimento anarchico siciliano e del movimento dei fasci dei lavoratori) e Antonio Vitellaro (storico e autore del libro: “La Questione Delle Terre E I Fasci Dei Lavoratori- La Rivolta Delle Donne Di Milocca” ) che hanno partecipato attivamente al dibattito finale.
Rispettando lo spirito storico della regista riportiamo i fatti più rilevanti da “1893.L’Inchiesta”:
“Non ero mai stato in Sicilia prima di quell’anno, il 1893. Dopo i fatti avvenuti in Gennaio nel palermitano, dove le truppe regie fecero 11 vittime tra i contadini affamati che occupavano la terra, sulla situazione nell’ isola era calato il silenzio. Fu solo all’inizio di Ottobre che i giornali del continente cominciarono a pubblicare brevi informazioni, per lo più di spacci di polizia, che dicevano : <<cresce in Sicilia l’agitazione promossa dai fasci dei lavoratori, un movimento composto da contadini, braccianti e operai delle miniere. 300.000 sarebbero gli iscritti, uomini e donne. Più di 100 le sezioni e ogni giorno ne nascono di nuove>>. Per più di un mese tra l’Ottobre e il Novembre del 1893 ho percorso in lungo e in largo le strade di Sicilia. Quasi sempre al dorso di un mulo. Preoccupandomi solo di studiare i fasci e di parlare con la gente che li componeva. Le donne erano le più ardenti. Ho visitato paesi il cui entusiasmo era giunto al punto di sostituire ogni altra fede. Donne che prima erano religiosissime, non credevano che ai fasci e per essi morivano”.
“Questa agitazione nelle campagne siciliane viene considerata a Roma come un affare di ordine pubblico. L’agitazione è seria. I fasci sono forti e la cosa più sorprendente è la rapidità con cui si è sviluppato un esercito di contadini laceri che risponde a una parola sola. il fascio di Palermo è il più importante di tutti i fasci dell’ isola. Conta 11.000 iscritti e pubblica un foglio regionale: LA GIUSTIZIA SOCIALE. Sta qui, in Via Alloro civico 97. È il primo che visito. Appena entrato vedo in fondo alla stanza il palco di un teatrino e appoggiate al muro le tabelle che si portano alle dimostrazioni con grandi scritte a caratteri neri: La solidarietà è la difesa dei deboli; Lavoratori, facciamoci animo:l’avvenire è per noi! ; Se non si risolve la questione sociale la libertà civile è un inganno! Nel corridoio intravedo campioni di rotoli di stoffe e tabelle con i prezzi ridotti di mugnai, barbieri, calzolai. Ecco venirmi in contro i capi del movimento:
“ <<Ditemi come nascono i fasci? Parlate con franchezza>>. <<Saremo schietti. Non temete. Io, Rosario Garibaldi Bosco, ho cominciato a capire che avevo 12 anni. A 15 ero già segretario di tutte le associazioni popolari di Palermo e parlavo di salario con gli operai del popolo. A 20 anni, visto che queste associazioni erano sempre divise me ne sono andato a Parigi a studiare il modello della loro Camera del Lavoro e ho così organizzato i fasci, divisi per mestieri con uno statuto comune. Nelle nostre sedi abbiamo aperto cooperative di consumo, da noi si studia, si legge, ci si diverte. Siamo noi che abbiamo inventato il teatro sociale. In Europa non esisteva>>.
<<I latifondisti vi accusano di insurrezione. Chiedono al governo lo scioglimento dei fasci. Che rispondete?>>
<<I ricchi proprietari invocano l’ordine pubblico perché vogliono tenere i contadini nell’abbrutimento. Noi abbiamo semplicemente detto VOI SIETE TUTTO, RISVEGLIATE LA VOSTRA COSCIENZA, UNITI POTRETE MIGLIORARE LA VOSTRA CONDIZIONE. Gli abbiamo esposto il programma dei fasci e loro ci hanno teso le braccia. Vedrà che progressi abbiamo fatto in pochi mesi. Siamo diventati un tuono fragoroso>>.
Grazie al lavoro svolto da Adolfo Rossi, al fedele reportage cinematografico di Nella Condorelli, agli studi condotti da N. Musarra, A.Vitellaro e di altri storici , siamo in grado di denunciare una realtà storica, spesso totalmente inaccessibile. Ci sarebbe ancora molto da scoprire sui fasci siciliani e speriamo che questo documentario stuzzichi la sete di molti altri ricercatori al fine di diffondere al meglio questo grande patrimonio.
“L’Unità d’Italia e gli ideali di ben pochi uomini sono marciti insieme alla miseria dei popoli” (A. Rossi). La resistenza dei fasci dei lavoratori all’ autorità dei latifondisti e alle leggi del regno d’Italia è l’eterna prova storica della tirannia dei governi, che ancora oggi subiamo in questi tempi di altrettanto perpetuo sfruttamento.
Siria Comite