Nel 1973 un computer del MIT aveva previsto quando la civiltà sarebbe finita

In molti nella storia hanno fatto previsioni apocalittiche che finora non sono riuscite a concretizzarsi, ma ciò che il computer immaginava negli anni ’70 si è realizzato in linea di massima. La macchina potrebbe avere ragione? Il computer programmato su un modello matematico di calcolo apocalittico, sviluppato da un ingegnere informatico del MIT (Massachusetts Institute of Technology), ha predetto quando e come la civiltà umana sarebbe finita.

Il risultato scioccante dei calcoli, fatti dal computer, ha mostrato che il livello di inquinamento e l’aumento della popolazione causerebbe un collasso globale entro il 2040. Ciò dimostra che il mondo non può sostenere l’attuale livello di popolazione e crescita industriale per più di due decenni.

La previsione, recentemente apparsa sui media australiani, è stata fatta da un programma soprannominato World One, sviluppato da un team di ricercatori del MIT.  Il programma è stato elaborato dal più grande computer australiano basandosi sul lavoro originariamente svolto da Jay Forrester del MIT. Considerato il padre della dinamica di sistema.

I ricercatori del MIT erano stati incaricati da un’organizzazione d’élite chiamata Club di Roma di sviluppare un modello di sostenibilità globale. In modo da prevedere quale sarebbe stato il futuro della crescita globale date le risorse planetarie limitate.




L’organizzazione Club di Roma è composta da pensatori, ex capi di stato, scienziati e burocrati delle Nazioni Unite. La sua missione è quella di “promuovere la comprensione delle sfide globali che l’umanità deve affrontare e proporre soluzioni attraverso analisi scientifiche, comunicazione e difesa“.

L’emittente australiana ABC ha ripubblicato il suo rapporto originale degli anni ’70, dal momento che mancano solo due anni fino a quando non si prevede un cambiamento sostanziale secondo il modello del computer. Così mancano solo vent’anni alla fine del mondo così per come lo avevamo conosciuto.

Rapporto sui limiti dello sviluppo: le previsioni

The Limits to Growth – Rapporto sui limiti dello sviluppo – è descritto come il lavoro accademico degli anni ’70 più innovativo. La ricerca derivante non offriva una visione ottimistica del mondo di domani. Predice le conseguenze della continua crescita della popolazione sull’ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana.

Come riportato dall’emittente australiana Australian Broadcasting Corporation (ABC), il  modello ha analizzato i cinque fattori considerati più probabili per influenzare lo sviluppo sulla terra.

  1. Tendenza dei livelli di inquinamento.
  2. Crescita della popolazione.
  3. Esaurimento delle risorse non rinnovabili.
  4. Produzione agricola.
  5. Produzione industriale.



I ricercatori del MIT hanno elaborato i calcoli attraverso un sofisticato modello informatico chiamato World3 (basato sul modello World One di Forrester).  Il rapporto ha evidenziato che entro il 2040 ci sarà un collasso globale se l’espansione della popolazione e dell’industria dovesse continuare ai livelli attuali. In effetti, il 2020 è la prima pietra miliare immaginata da World One. Questo è il momento in cui la qualità della vita dovrebbe diminuire drasticamente.

L’emittente ha presentato lo scenario che porterà alla scomparsa della civiltà:

“Verso il 2020, la condizione del pianeta sarà molto critica se non si fa nulla al riguardo. La qualità della vita scenderà a zero, l’inquinamento diventerà così grave che inizierà a uccidere le persone. Il che, a sua volta, porterà alla diminuzione della popolazione che sarà inferiore a quello del 1900. A questo punto, intorno al 2040-2050, la vita civile come la conosciamo su questo pianeta cesserà di esistere”.

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Alexander King, l’allora leader del Club di Roma, ha valutato i risultati del programma per spiegare che anche gli Stati-Nazione perderanno la loro sovranità. Prevedendo un nuovo ordine mondiale con le società che gestiscono tutto.

King sostiene che: “La sovranità delle nazioni non è più assoluta, c’è una graduale diminuzione della sovranità, un po ‘alla volta ciò accadrà anche nelle grandi nazioni”.

Possiamo evitare il disastro?



World One ha considerato, per la prima volta nella storia dell’uomo, il mondo come un unico sistema. Il rapporto lo definì come una sorta di “visita guidata elettronica del nostro comportamento, dal 1900,  e dove questo comportamento ci condurrà”. Il programma produsse grafici che mostravano cosa succedeva al pianeta nei decenni a venire.

Tracciava statistiche e previsioni per variabili come il cambiamento climatico, la popolazione , qualità della vita, fornitura di risorse naturali, inquinamento e altro ancora. Seguendo le linee di tendenza, si potrebbe vedere dove potrebbero verificarsi le crisi.

Come misura per prevenire la catastrofe, il Club di Roma predisse alcune nazioni come gli Stati Uniti avrebbero dovuto ridurre il loro appetito per ingurgitare le risorse del mondo. Sperava che nel mondo futuro il prestigio deriverebbe da “basso consumo”, un fatto che finora non si è materializzato.

Nove persone su dieci in tutto il mondo respirano aria che ha alti livelli di inquinamento, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) L’agenzia stima che 7 milioni di morti ogni anno possano essere attribuiti all’inquinamento.

 

Felicia Bruscino
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