Nei tempi bui tornano di moda le profezie. Baba Vanga.
Non scherziamo più; non c’è più niente da ridere. Tutti dobbiamo trovare una forma di riparo e, in periodi incerti e caotici come questo, ogni buco va bene.
Non c’è bisogno di giustificare le psicosi collettive, le abbiamo sempre avute. Nell’incertezza e nel pericolo l’homo – autodefinitosi prima sapiens e ora addirittura sapiens sapiens, ce la siamo sempre cantata e suonata da soli – ha sempre cercato di esorcizzare l’ oscura eventualità del periglio in qualcosa di trascendente. Sacrifici di ogni ordine e grado, olocausti votivi, aruspici di vario genere, hanno sempre accompagnato le grandi battaglie, le difficili decisioni e i periodi di cambiamento.
E anche oggi – nell’era digitale – non possono mancare le care, rassicuranti e ataviche abitudini.
Certo, ora ci sono gli animalisti, quindi sventrare volatili per leggere il futuro nelle loro frattaglie è un pelino scorretto. Lo stesso dicasi di sacrifici animali propiziatori, anzi, a dirla tutta per un vegano anche affumicare una caciotta equivale a commettere una barbarie.
Allora che fare? Come soddisfare l’insopprimibile desiderio di conoscere il nostro destino visto che il presente ci fa paura e, a quanto pare, sta andando allegramente armato fino ai denti a put*ane?
Mestola che ti rimestola si è pensato di tornare al classico che non si sbaglia mai. I veggenti! Il veggente è un usato garantito, fa sempre scena e ti fa cagare sotto il giusto, né più e né meno.
Nell’iconografia occidentale classica la figura la veggenza è legata perlopiù al femminile, anche se va detto che i pochi maschietti presenti l’hanno fatta da padroni nel nostro immaginario collettivo: Nostradamus e l’immancabile Tiresia, anche se il secondo non solo è stata tramutata in donna ma ha addirittura esercitato in un bordello per farsi le ossa. Per il resto, tra Cassandre, Parche, Sibille e visionarie di ogni tipo, questo esercizio protomisticheggiante spetta alla profonda sensibilità femminile portatrice di vita.
Dopo gli ultimi sconvolgimenti politici i nostri vigili timori sul futuro sono arrivati “nientepopòdimenoche” nell’odierna Macedonia per trovar requie e risposte. Esattamente a Strumica dove è nata, vissuta e passata a miglior vita nel 1996 una dolce donna di nome Vangelia Pandeva Dimitrova, meglio conosciuta come Baba Vanga.
Vangelia Pandeva Dimitrova, conosciuta come Baba Vanga.
La Nostradamus del Balcani – così è stata definita-, rimasta cieca alla tenera età di 12 anni – la cecità è un altro classico optional delle figure in oggetto – era così precisa e attendibile che i politici bulgari fissavano le loro agende sulle sue previsioni (all’epoca Strumica era territorio bulgaro). Anche il socialismo reale era ateo-razionalista a caz*i suoi insomma!
La nostra veggente ha previsto di tutto; dall’11 settembre allo tsunami del 2004, dall’elezione di Obama alle primavere arabe. Ce n’è per tutti e tutti i gusti quindi. Ma non finisce qui: la nostra profetessa è arrivata sino alla fine della vita sul nostro pianeta, esattamente nell’anno 3797, quando ormai non fregherà più niente a nessuno perché conosceremo e abiteremo nuovi, strani mondi!
Per Baba Vanga sarà proprio il 2016 – guarda caso – l’anno del nuovo ordine europeo. Ebbene sì, prepariamoci perché L’Europa cesserà di essere quella che è sempre stata e sarà occupata dai mussulmani. Certo, ci risolveranno loro l’annosa questione dei crocifissi nelle scuole ma almeno il prezzo della benzina calerà di botto.
Il 2043 sarà l’anno della caduta della Roma cristiana che diventerà capitale del califfato. Nota a margine: la casa di Bertone sarà convertita in Moschea, San Pietro non darà soddisfazione ai conquistatori, il califfato pretenderà qualcosa di più arioso!
Ma prima di questo altre cose incredibili succederanno: cambierà l’orbita della terra (2023), arriveremo su Venere (2028), Razzi azzeccherà un congiuntivo (qui però Baba è stata più vaga che Vanga) e Renzi non imparerà mai l’inglese ma continuerà a parlarlo fino al 2031, poi attaccherà con l’arabo e allora sì che saranno caz*i!
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