Necessità impellente di educazione sessuale nelle scuole

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A scuola senza voti

Nel dibattito sulla formazione dei giovani, uno dei temi più discussi e cruciali è l’implementazione dell’educazione sessuale nelle scuole. Questo argomento solleva questioni importanti riguardo alla preparazione dei giovani per affrontare la complessità delle relazioni interpersonali e della sessualità in modo sano e informato

Recenti eventi a Palermo e Caivano hanno scosso l’opinione pubblica italiana e spinto il governo guidato da Giorgia Meloni a prendere misure decisive. Mentre la Presidente del Consiglio visitava Caivano, luogo di uno degli sconvolgenti episodi di violenza sessuale, ha annunciato un piano d’azione che punta a contrastare la dispersione scolastica, a ricostruire il centro sportivo Delphinia (teatro dello stupro) e a bonificare radicalmente la zona. Questo piano, noto come il ‘Decreto Caivano,’ introduce anche una serie di misure per affrontare la criminalità minorile, tra cui l’ammonimento del questore per giovani tra i 12 e i 14 anni, il ‘parental control’ per limitare l’accesso ai siti pornografici, il Daspo urbano anche per i maggiori di 14 anni e il divieto di utilizzare gli smartphone in caso di reati.

Tuttavia, una lacuna evidente in queste misure è l’assenza di un piano di educazione sessuale obbligatoria nelle scuole italiane. Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha menzionato un “piano contro la violenza di genere” in cui gli studenti avranno un ruolo attivo, fino non sono ancora state fornite informazioni dettagliate su questo piano. Valditara ha dichiarato che il piano dovrebbe partire con il nuovo anno scolastico e durare almeno fino alla giornata contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, con una circolare che illustrerà le linee guida per tutte le scuole superiori di secondo grado.

Tuttavia, per gli esperti e gli attivisti, l’attenzione del governo, sebbene importante, è solo un primo passo. Marta Giuliani, psicologa, psicoterapeuta e coordinatrice del Gruppo di Lavoro Psicologia e Sessualità, sottolinea che affrontare la sessualità richiede un approccio graduale e strutturato nel tempo, coinvolgendo emotivamente gli studenti. Sottolinea l’importanza di incoraggiare un cambiamento culturale per affrontare in modo efficace e duraturo le questioni legate alla sessualità, ma evidenzia che i retaggi culturali in Italia hanno finora ostacolato l’introduzione di un’educazione sessuale nei programmi di studio.

Nonostante l’Italia sia uno dei pochi paesi europei a non aver introdotto l’educazione sessuale obbligatoria in classe, la discussione su questo tema risale al 1975, quando Giorgio Bini del Partito Comunista Italiano presentò una proposta di legge. Da allora, ci sono stati vari tentativi, ma nessuno ha avuto successo fino al tentativo del 2021 di Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle. La proposta prevede l’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale in tutti i livelli di istruzione, mirando a promuovere la crescita psico-affettiva e socio-relazionale degli studenti, nonché il rispetto di sé stessi e degli altri e la valorizzazione della diversità di genere.

Stefania Ascari sottolinea che i giovani hanno bisogno di conoscere e gestire le emozioni in modo sano e che le leggi contro la violenza di genere, sebbene necessarie, non saranno sufficienti a meno che non vengano accompagnate da un cambiamento culturale e educativo. Tuttavia, la resistenza all’introduzione dell’educazione sessuale in classe è ancora alta, spesso a causa di pregiudizi culturali e politici.

Le ricerche dimostrano che i programmi di educazione sessuale ritardano l’età del primo rapporto e contribuiscono a ridurre la violenza di genere. Tuttavia, in Italia, la maggior parte degli adolescenti si informa tramite Internet, spesso esponendosi a contenuti non adatti. Molti genitori e docenti temono che l’educazione sessuale possa incoraggiare comportamenti precoci e disinibiti, ma gli studi dimostrano l’opposto.

Marta Giuliani sottolinea che è importante coinvolgere attivamente le famiglie nei programmi di educazione sessuale e che gli adulti devono superare le loro paure e preoccupazioni per affrontare questo tema con i giovani. Gli studenti stessi richiedono una formazione più completa e rispettosa delle loro identità.

L’educazione sessuale obbligatoria in Italia è una necessità urgente. Gli esperti sottolineano che un approccio graduale e strutturato nel tempo può promuovere una sessualità sana, prevenire la violenza di genere e migliorare la salute mentale e fisica dei giovani. È ora di superare i pregiudizi culturali e politici per garantire che i giovani italiani abbiano accesso all’educazione sessuale di cui hanno bisogno e che meriti.

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