Il decreto-legge semplificazioni avrebbe dovuto portare la pace nella guerra tra NCC (e con loro qualsiasi piattaforma digitale come Uber) ed i tassisti. Ma anche col governo del cambiamento le cose non sono cambiate, anzi.
Quello della guerra tra Ncc e taxi è uno di quei problemi di cui tutti i governi sono a conoscenza ma del quale nessuno o quasi sembra volersi occupare davvero. Ed anche l’attuale esecutivo giallo-verde non è da meno.
La mercificazione di licenze che in linea teorica sono gratuite ma che in realtà arrivano a costare cifre esorbitanti o la poca cura dei passeggeri che spesso sono costretti a sborsare (quasi sempre contanti perché i taxi in linea di massima non accettano carte di credito) cifre eccessive per i servizi ricevuti, sono solo alcune sfaccettature del problema che l’avvento degli Ncc e di piattaforme come Uber stanno cercando di contrastare. Almeno fino ad oggi. Col nuovo DDL, infatti, la vita degli Ncc diverrà a dir poco insostenibile.
Difatti la nuova norma se da una parte concede agli Ncc di lavorare sull’intero territorio provinciale senza dover rientrare alla rimessa di partenza, dall’altra pone dei limiti che rendono il lavoro totalmente sconveniente. Gli Ncc infatti non potranno sostare in luogo pubblico tra una corsa e l’altra. Ciò sta a significare che, a meno che non ci sia una lista di clienti presente prima della partenza, gli autisti dovranno tornata alla rimessa indicata dopo ogni corsa, dovesse anche essa distare decine di chilometri dal luogo in cui si trovano. Quindi, se un aereo ritarda gli Ncc, secondo norma, dovrebbero sempre rientrare al garage poiché gli viene vietata la circolazione se non quando sono impegnati a servire un cliente.
La partita di conseguenza è chiusa. I tassisti, grazie alle loro continue azioni di lobbyng sono riusciti a mantenere il monopolio delle corse costringendo sia gli Ncc che anche Uber stessa a lasciargli campo libero.
Pare incredibile come neanche l’Antitrust, che già in passato si è espressa su tale problema, permetta a una piccola fetta di lavoratori di mantenere chiusa una sorta di “casta” nella quale il lavoro si ottiene solo acquistando licenze e non passando attraverso alcun tipo di formazione. Un servizio che, non offrendo alcun tipo di scelta ai clienti, per basilari leggi di mercato, non va mai a favore dei consumatori, mai.
Lo stesso colosso Uber si è dovuta arrendere a tale situazione dichiarando, attraverso le parole dell’amministratore delegato Dara Khosrowshahi, che si metterà a disposizione dei tassisti che vorranno utilizzare un sistema simile a quello di “myTaxi“. Una vera sconfitta quindi per gli Ncc prima e per il libero mercato poi.