In questi giorni si sente parlare sempre più spesso della presenza di movimenti neo-nazisti in Ucraina. Cerchiamo di capire quali siano i numeri di queste realtà.
Nazisti non solo in Ucraina
In Ucraina esiste un problema relativo alla presenza dell’estrema destra nazionalista. Questo problema però è lo stesso in tutte le nazioni post-sovietiche resesi indipendenti dopo lo scioglimento dell’URSS nel 1991.
Partiti di ispirazione neo-fascista e neonazista sono presenti persino in Russia e le loro formazioni paramilitari combattono in Donbass dal 2014 proprio come il battaglione Azov. Quest’ultimo è composto da 3000 persone mentre Svoboda, partito dell’estrema destra ucraina, conta 15000 iscritti su una popolazione complessiva di circa 44 milioni.
Nel Donbass sono inoltre presenti milizie filo-russe che schierano militari di varia nazionalità. Dall’Italia sono arrivati, sin dall’inizio del conflitto, alcuni esponenti del mondo della stessa estrema destra che Putin condanna in Ucraina.
I movimenti estremisti durante la “Rivoluzione” del 2014
Nel 2014, durante la Rivoluzione della Dignità e sull’onda emotiva popolare creata dalla situazione della Crimea e del Donbass, c’è stato il momento di massimo consenso dell’estrema destra ucraina. Gli estremisti hanno giocato un ruolo chiave negli scontri a Kiev contro la polizia mandata da Yanucovich.
I battaglioni di estrema destra che hanno combattuto al fronte hanno commesso gli stessi orrendi crimini delle unità paramilitari delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Le accuse di crimini di guerra sono legittime contro il battaglione Azov esattamente quanto quelle contro le milizie neo-fasciste russe attive in Donbass.
Non bisogna mai dimenticare che la guerra significa atrocità, sempre e comunque, e che il nazi-fascismo è un orrore da tutti e due i lati del fronte.
Nelle elezioni del 2014 l’estrema destra ucraina, che si presentò divisa, prese complessivamente il 10%. In questa percentuale è incluso però anche il Partito Radicale che su molte questioni è più moderato degli ultranazionalisti.
Le elezioni del 2019 e la situazione attuale
Alle ultime elezioni nazionali del 2019 per il rinnovo del parlamento, Svoboda ha preso il 2,15% dei voti. L’unica candidata entrata alla Rada (Parlamento ucraino) è stata Oksana Savchuk. Per poter avere un’idea delle proporzioni basti pensare che il partito Sluha Narodu (Servitore del Popolo) del Presidente Zelensky (di origini ebraiche) ha preso il 43% dei voti, conquistando 241 seggi. Quindi, in 5 anni, i nazisti in Ucraina hanno perso l’8% del consenso precedente.
Da testimonianze dirette degli analisti del CeSI (Centro Studi Internazionali), presenti sul territorio ucraino sin dalla rivoluzione del 2014, si evince che su un campione sociale molto ampio (eccezion fatta per rarissimi casi) nessuno era favorevole all’estrema destra.
La colpa di Zelensky, e prima ancora di Poroshenko, è stata quella di non aver bandito le formazioni neo-naziste, compreso il battaglione Azov che invece è stato rifornito di armi occidentali. Questa scelta è stata fatta per poter utilizzare la loro esaltazione ideologica come arma al fronte. Tutto ciò è assolutamente non condivisibile ma è avvenuto in un contesto di guerra contro un paese molto più potente militarmente, contro il quale tutte le forze erano utili.
L’aspetto linguistico
Per motivazioni storiche e sociali in Ucraina (o comunque in moltissime zone e città) si parla russo senza problemi. La questione si pone infatti non sulla innegabile vicinanza linguistica, ma sull’identità e sul senso di appartenenza nazionale. In alcune aree il sentimento è chiaramente filo-russo ma si tratta di una minoranza geograficamente collocabile. Questa minoranza, come tutte le minoranze, non deve essere zittita né ignorata proprio in nome dei valori per cui l’Ucraina combatte oggi.
Nazionalismo ucraino e estremismo di destra
In Ucraina esiste un fortissimo sentimento nazionalistico. Il popolo ucraino è un popolo forte che, anche in questa terribile situazione, quasi si vergogna a chiedere aiuto. Confondere questa forte appartenenza nazionale con l’estremismo di destra è sbagliato perché non considera il processo di costruzione dell’identità nazionale dopo 70 anni di sovietizzazione.
Accettare la tesi di Putin sulla denazificazione dell’Ucraina significa accettare l’idea che la presenza neo-nazista (comunque un orrore) sia molto più vasta di quanto sia in realtà. Per fare un semplice paragone sarebbe come considerare l’Italia un paese nazi-fascista e accettare un’invasione da parte di un paese straniero confinante sulla base del peso politico (fortunatamente ridottissimo) di movimenti come Casa Pound e Forza Nuova, che per inciso andrebbero chiusi.