NATO, il Vertice di Vilnius avvicina l’ingresso della Svezia nell’alleanza militare

il Vertice di Vilnius avvicina l'ingresso della Svezia

NATO Secretary-General Jens Stoltenberg (top-C), Turkish President Tayyip Erdogan and Swedish Prime Minister Ulf Kristersson (R) react during a meeting, on the eve of a NATO summit, in Vilnius on July 10, 2023. (Photo by YVES HERMAN / POOL / AFP) (Photo by YVES HERMAN/POOL/AFP via Getty Images)

Il vertice NATO in corso a Vilnius, in Lituania, avvicina l’ingresso della Svezia nell’alleanza militare e conferma l’appoggio dei 31 paesi membri all’Ucraina, che per il momento resta, però, fuori dall’organizzazione.

L’esito, quasi a sorpresa, dei negoziati tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il segretario generale NATO, Jens Stoltenberg, e il premier svedese Ulf Kristersson, a poche ore  dall’apertura del vertice di Vilnius, avvicina l’ingresso della Svezia nell’alleanza militare.

L’intesa tra Ankara e Stoccolma è il primo colpo messo a segno dai leader dei Paesi della NATO, riunitisi nella capitale lituana per coordinare ulteriormente il sostegno a Kiev, rafforzando contestualmente i programmi di innovazione nella produzione della difesa e le prospettive strategiche in funzione anti-russa e cinese. 

Svezia nella Nato: c’è il via libera di Erdogan

Ancora prima di iniziare, il vertice di Vilnius è già entrato nella storia, come  dichiarato dallo stesso segretario della NATO, Jens Stoltenberg, che ha definito l’accordo trovato con il presidente turco per l’ingresso della Svezia nell’alleanza militare, un “passo storico”. Nella serata di ieri 11 luglio, a poche ore dall’inizio del summit, il presidente Erdogan ha incontrato nella capitale lituana il  primo ministro svedese Ulf Kristersson, annunciando che Ankara sosterrà la candidatura di Stoccolma per entrare nella NATO. 

Il via libera è arrivato dopo mesi di trattative, e soprattutto dopo che Erdogan aveva già accettato l’adesione della Finlandia nell’organizzazione. In passato, il presidente turco si era fermamente opposto all’ingresso del paese scandinavo nell’alleanza militare per una serie di dinamiche pendenti nei rapporti bilaterali con Stoccolma: prima fra tutte l’accoglienza riservata nel Paese scandinavo a attivisti/combattenti curdi più o meno esplicitamente affiliati al Pkk che la Turchia considera un’organizzazione terroristica.



Ma questa volta, ad ammorbidire il tenace leader turco, sembra siano state le rassicurazioni del governo svedese sulle richieste chiave di Ankara – a partire proprio dal «trattamento» dei separatisti curdi in Svezia, insieme a quelle dell’Unione europea e degli Stati Uniti.

In questo scambio reciproco di “cortesie diplomatiche”,  l’Unione europea ha rassicurato Erdogan, garantendogli che verranno riaperti alcuni capitoli dei negoziati per l’adesione della Turchia nell’UE. Nello specifico, la possibilità per Ankara di accedere all’unione doganale e di consentire ai cittadini turchi di viaggiare in Europa senza necessità di visti.

Infine, c’è l’intesa raggiunta con gli Usa per la fornitura dei caccia militari F-16, dopo che nei mesi scorsi l’amministrazione Biden si era detta disponibile a vendere alla Turchia i jet in cambio del sì all’ingresso della Svezia nella Nato.

L’Ucraina per il momento resta fuori dalla NATO

«L’Ucraina entrerà nella NATO quando ci saranno le condizioni». Con queste parole il segretario generale Jens Stoltenberg ha chiarito la posizione dei membri dell’alleanza sulla questione.  Durante il vertice, i leader dei 31 paesi  hanno raggiunto l’unanimità su una formula che mette dei paletti alla prospettiva di un’adesione immediata di Kiev nell’organizzazione. 

Una delle condizioni principali che l’Ucraina dovrà soddisfare per poter entrare in futuro nella NATO, riguarda il percorso di riforme che il Paese dovrà intraprendere a guerra finita per avere istituzioni solide nella difesa, “inclusa la lotta alla corruzione”,  ha spiegato Stoltenberg.

Inoltre, Kiev dovrà dotarsi negli anni di forze armate “interoperabili” con quelle della NATO. Per questa ragione, l’Alleanza ha deciso di adottare nei confronti dell’Ucraina un programma pluriennale di avvicinamento all’alleanza che prevede un periodo di “sostegno distanza”.  Durante il Vertice di Vilnius, è stato istituito anche un Consiglio NATO-Ucraina, presieduto dal presidente Volodymyr  Zelensky,  che servirà a rafforzare la cooperazione tra i membri dell’organizzazione e il governo di Kiev.

La sospensione sulla decisione dell’ingresso di Kiev nella NATO, così come è emersa dal summit di Vilnius, rispecchia la volontà degli Stati Uniti, i quali non hanno nessuna intenzione di finire in guerra diretta con Mosca. Proprio alla vigilia del vertice, il presidente Joe Biden, intervistato dalla CNN, aveva affermato che l’Ucraina “non è pronta” per entrare nella Nato poiché nell’Alleanza “non c’è unanimità”  sul suo ingresso. Questo significa che i  31 membri della NATO valuteranno la proposta di adesione di Kiev soltanto quando il conflitto sarà finito.

Verso una NATO globale

Durante il Vertice di Vilnius, il segretario generale Stoltenberg ha fatto riferimento alle sfide globali che l’alleanza è chiamata a fronteggiare, dichiarando che la NATO del futuro terrà sempre in grande considerazione gli alleati della Regione dell’Asia-Pacifico (Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea). “Ciò che accade nella regione euro-atlantica è importante per l’Indo-Pacifico e ciò che accade nell’Indo-Pacifico è importante per l’Euro-Atlantico”, ha osservato Stoltenberg.

I piani globali della NATO dimostrano, ancora una volta, il peso esercitato da Washington sull’alleanza. Per gli Usa , la regione dell’Asia-Pacifico rappresenta, infatti, una questione di sicurezza nazionale in continua evoluzione al contrario dell’Europa. L’amministrazione Biden è più che soddisfatta dei risultati ottenuti fino a questo momento sul fronte ucraino, dove  la guerra ha portato in regalo l’allargamento dell’alleanza ai paesi dell’area scandinava.

Diversa è, invece, la situazione nella regione dell’Asia-Pacifico dove la Cina cerca da anni di imporsi sullo scacchiere regionale per estromettere Washington.  E’ per questa ragione che gli americani stanno spingendo tantissimo per la creazione di una NATO globale. Infatti, una versione ancora più estesa dell’alleanza consentirebbe agli Usa di poter guidare un sistema militare tecnologicamente avanzato e tatticamente collaudato che, dopo aver regolato i conti con Mosca, sarebbe pronto a trasferirsi dall’altra parte del mondo per preparare lo scontro con Pechino.

Tommaso Di Caprio

 

 

 

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