Il Natale, secondo uno studio pubblicato sul New York Times è il periodo in cui molte persone subiscono il family jet lag
Il Natale sta per arrivare. Le nonne hanno iniziato a preparare succulenti e abbondanti cibarie già da circa una settimana, la casa è decorata con luci, palle colorate, alberi di natale e presepi, i cani sono vestiti con mantelline e cappelli da Babbo Natale o renna, insomma, è tutto pronto.
Tra circa 24 ore inizieranno le vere e proprie maratone di cibo, film, sonnellini, giocate a carte, tombolate e ancora cibo, torroni, panettoni, brindisi e così via.
Nessuna anima viva in giro, le strade saranno vuote, i rumori della città saranno attutiti dalle chiacchiere dei nostri famigliari, dal rumore della friggitrice che lavorerà senza sosta per tre giorni consecutivi, dai suoni della televisione, dallo stereo acceso, da qualche zio che sicuramente discuterà animatamente di qualcosa con qualche altro zio, e così fino alla sera del 26 dicembre, l’ultimo giorno delle feste natalizie in cui si conclude degnamente questo primo ciclo di festeggiamenti (il secondo arriva con il Capodanno e l’Epifania) con un bel piatto di tortellini in brodo per rimanere leggeri dopo tutto ciò che le nostre nonne/mamme ci hanno fatto subire.
Poveri stomaci vittime involontarie delle meravigliose mani delle nostre tanto amate nonne/mamme.
Eppure oltre al cibo, le chiacchiere, le immense e lunghe tavolate, i film visti accatastati l’uno sull’altro sul divano, per molti il Natale è anche fonte di stress, fatica, mal di testa, spossatezza. Secondo una ricerca pubblicata sul New York Times e condotta dal dott. Adam Fried, sono in molti a subire durante questa festività il “family jet lag”.
Proprio come il jet lag che stravolge completamente il nostro equilibrio e per alcuni giorni ci fa sentire totalmente stanchi e confusi, il Natale e i giorni di festa che seguono provocano le stesse sensazioni e portano a vivere lo stesso stato confusionale che, solitamente, si subisce con il jet lag.
Secondo il dott. Adam Fried, psicologo clinico, lo “stress” del periodo natalizio viene sottovalutato in quanto in quei giorni non viene fatto nulla di faticoso o impegnativo; in realtà, è proprio questo ad innalzare in molti i livelli di ansia e stanchezza.
Tutto ciò che per la maggior parte di noi è meraviglioso del Natale, come il cucinare perenne, le tavole sontuosamente imbastite, lo stare insieme a tutta la nostra famiglia, anche con i parenti più lontani con cui ci si vede raramente e solo in queste occasioni, il fare le ore piccole e poi svegliarsi presto per aiutare nella preparazione della mangiata ufficiale del giorno, le chiacchiere, le giocate, molte altre persone vivono tutto questo come un vero e proprio incubo da cui si vuole solo scappare e che causa stanchezza, scarsa concentrazione, grande stress e irritabilità.
Se sei una persona che vive il Natale in questo modo e ha paura di cadere vittima del family jet lag, Il dott. Fried ha delle soluzioni psico-fisiche che sicuramente fanno proprio al caso tuo. La meditazione, la respirazione e, aggiungo io, magari una corsa o una passeggiata, anche in solitaria, di prima mattina per scaricare tensioni e calorie in eccesso possono essere la soluzione giusta per affrontare col giusto spirito queste festività così belle ma anche così impegnative. Altro consiglio se proprio non si riesce ad essere attivi fisicamente in quei giorni è stabilire delle “regole” tra i famigliari per evitare possibili situazioni imbarazzanti, come ad esempio il non toccare i tanto fastidiosi e imbarazzanti discorsi tabù. Ultimo e più semplice consiglio, cercare di superare questa barriera legata al Natale e affrontare queste giornate col giusto spirito, interagendo, godendo della compagnia reciproca e perché no, uscendo dalle claustrofobiche mura domestiche quando si ha voglia di prendere una boccata d’aria e stare all’aperto. Nessuno ci obbliga a fare il contrario e anzi, ci permette di digerire ciò che abbiamo mangiato ed essere pronti per la mangiata successiva. Ottimo.
Giulia Simeone