A Natale siamo tutti più… decorosi!
Diverse città italiane stanno combattendo i clochard: il motivo sembra essere che i senzatetto, con la loro immagine triste e sporca, infastidiscono i turisti e sono un deterrente per i potenziali clienti in cerca dei regali natalizi.
A Trieste la giunta di centrodestra, con il vice sindaco leghista Pier Paolo Roberti, ha iniziato una vera e propria battaglia contro la supposta “falsa povertà” e contro l’accattonaggio organizzato: sono più di duecento i poster di questa campagna, muniti del logo comunale e sparsi per la città di Trieste, che invitano a “spezzare la catena” delle attività illecite.
Le critiche nei confronti dell’iniziativa, sia da parte dell’opposizione, sia dalla Caritas e altre associazioni, non si sono fatte attendere: l’idea di sconfiggere un racket non sarebbe sbagliata, ma chi vende per strada abusivamente è la prima vittima della criminalità organizzata, non la causa del problema.
A Como invece, l’ordinanza anti-accattonaggio del sindaco di centro-destra, Mario Landriscina, va a braccetto con il decreto Minniti sul decoro urbano. E’ stata emessa lo scorso venerdì, dopo l’appello dei negozianti del centro storico: sarà valida fino al 10 gennaio e prevede sanzioni da 50 a 300 euro per i clochard e per chi tenta di aiutarli.
Gli effetti dell’ordinanza anti-accattonaggio si stanno già facendo notare: negli ultimi giorni i senzatetto non solo sono stati allontanati, ma si sono visti sequestrare anche i cartoni con cui cercavano di ripararsi dal freddo in queste gelide notti; inoltre il Gruppo Colazioni dell’osservatorio migranti “WelCom” di Como, in un post pubblicato su Facebook lunedì 18 dicembre, denuncia:
“Ieri mattina, come tutte le mattine da più di sette anni, ci siamo recati presso l’ex chiesa di san Francesco a Como per distribuire la colazione (ma soprattutto un’occasione di relazione), alle persone che dormono fuori perché senza casa. Questa mattina a differenza delle altre mattine ci è stato proibito di farlo perché i nostri semplici gesti sarebbero contrari alla nuova ordinanza del Comune di Como, firmata dal sindaco Mario Landriscina, per ripristinare “la tutela della vivibilità e il decoro del centro urbano”. Ci è stato detto che fino al 10 gennaio non ci è possibile portare un piccolo simbolo d’amore a queste persone, non ci è possibile perché in vista del Natale non è decoroso. E allora la rabbia prende l’anima, una rabbia scatenata dall’ipocrisia di chi sputa sui valori più importanti, sulle persone più importanti…
…Ma ci chiediamo anche in quale specchio si guardino e cosa vedano le persone che continuano ad insultare così i poveri, non comprendendo che il problema non sono i poveri ma la povertà! A continuare ad allontanare i poveri non si elimina la povertà, la si amplifica, la si fa diventare un nemico, un nemico da combattere. Se provassimo a guardare in faccia la povertà senza timore, ma solo con il desiderio di sconfiggere lei, non i poveri, allora forse si potrebbero trovare soluzioni e pensieri che possano essere dalla parte dell’essere umano e di un essere umano più dignitoso. Questo ci sembra allora il Natale: la ricerca di una possibilità, di un’umanità più dignitosa.
Dignità, non decoro ci aspettiamo dal nostro sindaco, soprattutto a Natale, altrimenti non chiamiamolo Natale!”.
L’indignazione verso quest’ordinanza decisamente poco natalizia è grande.
La Caritas diocesana, con il direttore Roberto Bernasconi, chiede a Landriscina di rivedere l’ordinanza per far vivere ai clochard un Natale dignitoso; il Natale va ben oltre la parte meramente commerciale e la Caritas lo ricorda a tutti attraverso la tradizione dell’assistenza: il 25 dicembre verrà, infatti, organizzato il consueto pranzo offerto a chi ha bisogno di passare una giornata a dimensione di famiglia.
Inoltre, la rete solidale Como senza frontiere sta organizzando un evento di protesta per sabato 23 dicembre alle ore 10 davanti all’ex chiesa San Francesco in largo Lorenzo Spallino a Como: “Bivacco solidale contro chi affama i poveri”; l’obiettivo di questo evento è di riscattare la rispettabilità e la reputazione della città di Como, ferita dall’ordinanza del sindaco Landriscina contro i clochard.
Viste le numerose proteste scaturite da quest’ordinanza, il sindaco di Como tenta di difendersi affermando che è una questione di decoro e che ci sono strutture notturne in cui i clochard possono alloggiare…
In nome del decoro si proibiscono i gesti buoni, proprio quelli che dovrebbero incarnare lo spirito natalizio.
Fadua Al Fagoush