I nastri di Epstein pubblicati nel podcast “Fire and Fury” rivelano nuovi dettagli su una complessa amicizia tra Epstein e Trump. Attraverso registrazioni inedite, emerge il racconto di un rapporto basato su interessi comuni, potere e strategie di manipolazione sociale, che l’ex presidente ha sempre negato.
Nuove registrazioni rivelano dettagli sul rapporto tra Epstein e Trump
Una serie di registrazioni audio inedite svela nuovi dettagli sul rapporto tra Donald Trump e Jeffrey Epstein, un legame che l’ex presidente ha spesso negato o minimizzato. I nastri di Epstein, rilasciati come parte del podcast “Fire and Fury” da Michael Wolff e James Truman, includono riflessioni personali di Epstein, catturate nel 2017 durante una conversazione preliminare sulla sua biografia. Secondo gli autori, Epstein discute dei rapporti con Trump e con altri membri della sua cerchia, offrendo uno sguardo esclusivo su un legame controverso che ha suscitato a lungo l’interesse dell’opinione pubblica.
Un ritratto inedito del rapporto tra due uomini potenti
Le registrazioni offrono un quadro dettagliato di come Trump e Epstein condividessero un’intesa basata su obiettivi comuni: potere, ricchezza e status sociale. Secondo Wolff, la loro amicizia risalirebbe agli anni ’80, quando entrambi si trovavano all’apice della loro carriera e della vita mondana newyorkese. Epstein, noto per il suo controverso stile di vita e per la sua cerchia di amici influenti, appare nei nastri come una figura complessa, divisa tra ammirazione e paura verso Trump, uomo destinato a conquistare il vertice politico degli Stati Uniti.
Wolff descrive questo rapporto come una relazione tra “due uomini degli anni ’80, entrambi attratti dal controllo assoluto”. Le registrazioni rivelano dettagli non solo sul rapporto personale tra Trump ed Epstein, ma anche sul modo in cui Trump, da presidente, gestiva la sua amministrazione.
Trump e la Casa Bianca: una gestione basata sulla competizione interna
Uno degli aspetti più rilevanti delle registrazioni riguarda il metodo con cui Trump gestiva la Casa Bianca durante il suo mandato. Epstein racconta come Trump creasse tensioni tra i suoi stessi collaboratori, fomentando una competizione costante. Tra i personaggi coinvolti in questa dinamica vi erano Steve Bannon, Reince Priebus e Kellyanne Conway. Epstein descrive un ambiente lavorativo in cui Trump, lontano dallo spirito collaborativo, preferiva dividere e manipolare, incentivando rivalità e diffidenza. Questo approccio, secondo Epstein, riflette la strategia di Trump per mantenere il controllo, sfruttando le debolezze dei suoi collaboratori.
“La sua gente si combatte e poi lui avvelena il pozzo fuori,” afferma Epstein in uno dei passaggi più rivelatori. Descrive Trump mentre diffondeva commenti negativi sugli stessi membri del suo staff, talvolta coinvolgendo anche figure esterne come Jamie Dimon di JPMorgan Chase o Carl Icahn, potente finanziere e consulente non ufficiale. Secondo Epstein, questi commenti servivano a mettere in discussione la fiducia dei collaboratori, rinforzando il potere personale di Trump.
Le accuse di Stacey Williams: un episodio inquietante
Uno degli episodi più controversi descritti nel podcast coinvolge Stacey Williams, modella di Sports Illustrated e ex fidanzata di Epstein. Nel 1993, Epstein avrebbe portato la Williams nell’attico di Trump sulla Fifth Avenue a New York, dove, secondo il racconto della modella, Trump avrebbe tenuto un comportamento inappropriato nei suoi confronti. Williams ha definito l’episodio un “gioco perverso” orchestrato da Epstein. Anche se Trump ha smentito le accuse, l’episodio riflette l’ambiguità del rapporto tra i due uomini, delineato da una zona grigia di potere e trasgressione.
Reazioni della campagna di Trump e accuse di interferenza elettorale
L’uscita del podcast ha scatenato una reazione immediata dalla campagna di Trump. Karoline Leavitt, portavoce di Trump, ha denunciato Wolff, definendolo “uno scrittore caduto in disgrazia”, e accusandolo di inventare dettagli per vendere libri. Secondo Leavitt, la pubblicazione delle registrazioni rappresenta una “interferenza elettorale”, con l’obiettivo di danneggiare la reputazione di Trump in vista delle elezioni, e favorire i suoi rivali politici, tra cui Kamala Harris.
Wolff, tuttavia, ha difeso la sua scelta di pubblicare il materiale, affermando che il suo obiettivo è puramente informativo, e non legato ad alcuna fazione politica. Wolff ha inoltre dichiarato che Epstein lo aveva scelto come confidente per esprimere i suoi pensieri sulla cerchia di Trump e per condividere dettagli che lo turbavano profondamente.
Una relazione complessa tra due icone degli anni ’80
Il podcast “Fire and Fury” intende mettere in luce non solo i dettagli della relazione personale tra Epstein e Trump, ma anche le somiglianze tra le loro figure pubbliche. Entrambi appaiono come uomini carismatici e potenti, in grado di attirare una vasta cerchia di amici e sostenitori. Tuttavia, mentre Epstein è finito incarcerato e si è suicidato in attesa di processo, Trump ha raggiunto l’ufficio più alto della nazione, diventando il presidente degli Stati Uniti.
Wolff descrive questo dualismo come “una tragica ironia”: due uomini spinti dal desiderio di controllo e affermazione, uno condannato dal sistema giudiziario, l’altro elevato al massimo livello della politica americana.
Il contesto sociale e il peso delle rivelazioni
Le registrazioni di Epstein mettono in evidenza il peso sociale e politico che le sue relazioni avevano nel contesto degli Stati Uniti degli ultimi decenni. Epstein era conosciuto per le sue frequentazioni tra l’élite americana, e il suo circolo comprendeva personalità di spicco della politica, dell’imprenditoria e della finanza. Il legame con Trump appare, nelle registrazioni, come un’ulteriore dimostrazione di questo status elitario.
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Il materiale pubblicato nel podcast solleva interrogativi sul passato di Trump e su ciò che il pubblico potrebbe ancora non sapere riguardo alla sua cerchia sociale. Per molti, l’esistenza di questi nastri rappresenta un tassello inquietante nella storia di Epstein e nei legami che manteneva con figure influenti, mettendo in luce i meccanismi di potere, manipolazione e controllo che caratterizzano la vita dell’élite americana.