“Non spegni il sole se gli spari addosso”, si legge sulla locandina che promuove la mostra “un’asta per la libertà” che si terrà dal 28 al 30 novembre presso il plesso Santa Maria La Nova a Napoli e, successivamente, dal 7 all’11 dicembre, in Val di Susa, presso il Polivalente di Venaus, Torino.
Organizzata dal Movimento No Tav, dall’A.N.P.I. di Cava de’ Tirreni, da Radio Vostok e dall’Osservatorio sulla Repressione, l’iniziativa è dedicata alla figura di Carlo Giuliani e alle drammatiche vicende che ferirono Genova nell’estate del 2001, avendo come finalità la raccolta di fondi per le spese legali di coloro che sono stati vittime di repressione per le lotte sociali e la libertà di informazione. I fatti di Genova, dunque, prendono simbolicamente forma, gridando la loro indignazione o cantando alla libertà, attraverso l’esposizione di opere donate da noti artisti italiani.
Hanno aderito alla mostra: Antonietta Mazzini (senza titolo – olio su tela 70×50), Antonio Petti (“Pinocchio 1981” – inchiostro e tempera su carta 50×35), Carlo Catuogno (“L’aria si rompe e vortica senza trambusto” – tecnica mista su carta 45×60), Jan Banning (“Sede del PCR di Cava de’ Tirreni” – foto 28×20), Maurizio Rega (“Paesaggio” – olio su tela 50×70), Pietro Lista (senza nome – tecnica mista su carta 80×60), Alfonso Vitale (“Paesaggio” – tecnica mista su carta 38×67), Emanuela Lodato (senza nome – tecnica mista su carta), Giampaolo Lambiase (senza nome – tecnica mista 28×23), Vito Mercurio (“Masaniello e la rivolta napoletana” – tecnica mista 90×133), Federico Sanguineti (realizzazione di un ready made alla Duchamp), Manuel De Carli (senza nome – tecnica mista 33×24), Luca Pastore (Genova 2001 – tecnica mista 30×30), Pasquale Vitiello (autoritratto 1995 – Punto Secco su lastra di zinco 16.2×10.8), Rosa Cuccurullo (“Paesaggio” – tecnica maiolica e murrina 36×36), Salvatore Tulino (“Sede del PCR di Cava de’ Tirreni” – china e acquarello su carta 35×70), Bruno Bambacaro (“Fine di un simposio” – olio su tela 82×82).
Significativo anche l’intervento di penna di Erri De Luca dedicato a Carlo Giuliani. Scrive Erri De Luca: “Non spegni il sole se gli spari addosso”, il titolo di questa mostra suggerisce pensieri. Il sole. […] Ai tempi nostri molti industriali fanno fortuna vendendo occhiali da sole, inventando un mercato inesistente prima, per uno strumento destinato a chi non ne avrebbe bisogno. Non servono alla vista, ma a stendere un’ombra su ogni cosa. […] Carlo Giuliani non indossava occhiali da sole quel giorno di luglio, nella sua Genova allagata di buona umanità. Voleva vederla in faccia e aggiungere la sua. Quando è stato ucciso, calpestato, è rimasto lì per ore sull’asfalto di piazza Alimonda, sorvegliato dalle truppe in divisa e non vegliato dai suoi. Nessuno poteva avvicinarsi al suo corpo scoperto, nessuno ci mise su una giacca, un panno, un lenzuolo. Non stava “trafitto da un raggio di sole”, niente di poetico sotto quello estivo. Per lui non fu “subito sera”, prima di essere composto sopra un tavolo di marmo. Uscì di casa quella mattina per andare al mare e invece il mare stava già per strada, gridava, traboccava, trascinava da ogni parte, il mare. Uscì di casa, per sempre. Aveva un paio di chiavi in tasca, qualche spicciolo per il caffè. Non aveva occhiali da sole”.
All’iniziativa sarà presente anche la musica, con l’uscita, nelle stesse date della mostra, degli album di Baba Sissoko e Nicodemo (con la collaborazione delle Lilies on Mars) e di quello di Giorgio Ciccarelli.
Le opere del “Non spegni il sole se gli spari addosso” saranno pubblicate in un catalogo con le note informative sugli autori e sul loro percorso formativo.
Sono passati 15 anni dal G8 di Genova, dalla morte di Carlo Giuliani, dall’assalto che insanguinò la scuola Diaz, dai pestaggi nella caserma di Bolzaneto. E non si è spento il sole. Restano, è vero, ancora molte ombre. Ma se si scorgono è perché c’è la luce. Un filo di (contro)corrente che idealmente va da Napoli a Torino illuminando Genova. E accende: la parola che non si arrende, l’impegno che non cede, l’arte che non deforma la verità. Accende la vita. E come scriveva Carlo Giuliani “di vita non si muore”.
Fatima Mutarelli