Nelle scorse settimane, giornali, telegiornali e siti di notizie hanno parlato di un allarmante fenomeno, quello delle baby gang: bande di bambini e ragazzini che vanno in giro armate di coltelli o addirittura di pistole, derubando e picchiando chiunque intralci il loro cammino. In particolare, una baby gang era finita al centro dell’attenzione, quella dei Quartieri spagnoli. Una foto ritraente un gruppo di bambini armati di mazze, pistole e tirapugni ha suscitato così tanto scalpore, da finire su tutti i quotidiani nazionali e anche all’estero (ne hanno parlato in Austria e Francia). Ma davvero quei ragazzini sono dei delinquenti?
Le Iene svelano la verità sulla baby gang
Domenica 18 febbraio, è andato in onda su Italia 1 un servizio de Le Iene di Giulio Golia intitolato “La vera storia della baby gang più famosa d’Europa”. L’inviato si è recato nei Quartieri spagnoli alla ricerca dei componenti di questa banda, per scoprire chi siano. A fargli da guida e supporto è stato Carmine Monaco, attore napoletano noto per aver interpretato ‘O track in Gomorra la serie. I due, grazie alla collaborazione dei residenti, riescono a rintracciare i ragazzini ritratti nella famigerata foto e chiedono loro un incontro assieme ai rispettivi genitori, per fare chiarezza sulla questione. E qui casca l’asino: i ragazzini non sono delinquenti né i loro genitori sono criminali, a scattare la foto è stato un uomo che, spacciandosi per giornalista o produttore cinematografico, ha convinto i bambini a posare con le armi in pugno e con sguardi minacciosi, facendo credere loro che si trattasse di un provino per poter partecipare ad un film. I ragazzini, allettati dall’idea di poter prendere parte ad un progetto della portata di Gomorra la serie, hanno ovviamente accettato. La foto incriminata risale a ben due anni fa, ma solo di recente è stata pubblicata, in concomitanza con il dilagante fenomeno degli attacchi da parte delle baby gang. Gli sfortunati ragazzini si sono presi i rimproveri e i manorovesci dei genitori, i quali sono rimasti sconvolti da quella foto e non potevano credere che i loro figli fossero capaci di azioni così tremende. Non solo, alcuni dei bambini sono così rimasti scioccati dalla vicenda che non riescono ad uscire di casa e andare a scuola. Esagerazione? Assolutamente no. Diverse persone, riconoscendo i loro volti quando li incontravano per strada, iniziavano ad insultarli in maniera pesante.
Gli effetti di Gomorra sulla gente
Questi poveri bambini hanno poco più di 10 anni e il loro sogno è di diventare calciatori o attori. Sì, loro guardano Gomorra la serie, conoscono Ciro Di Marzio, Genny Savastano, ‘O Track e gli altri protagonisti, ma non si sognerebbero di far del male a qualcuno. Lo stesso Carmine Monaco, in un precedente servizio de Le iene, ha precisato che da ragazzino guardava Scarface, ma in vita sua non ha mai tirato cocaina né ha mai sparato a nessuno. Anzi, proprio la recitazione gli ha permesso di salvarsi dalla vita di strada e di non finire a fare il delinquente dedito allo spaccio e alle rapine. Perché allora tutti si scagliano contro i vari libri di Roberto Saviano e la serie televisiva ispirata al suo primo volume? Napoli non è Gomorra, Napoli non è solo camorra, non è solo criminalità, spaccio, sparatorie, accoltellamenti, rapine ed estorsioni. Dove sono le istituzioni che dovrebbero governare la città? Perché non tentano di arginare il fenomeno della microcriminalità giovanile? Invece di inveire contro chi denuncia questo degrado sociale, perché non aiutano questi ragazzini e le loro famiglie? Molti baby criminali hanno i padri al cimitero o in carcere, di quale guida possono disporre nella loro crescita? La strada diventa la loro maestra, in un contesto in cui le scuole non ci sono o diventano ghetti, in cui sono separati dai quartieri ‘bene’ e trattati diversamente dagli insegnanti.
Un’alternativa alle baby gang
I ragazzini della foto sono innocenti, ma loro stessi conoscono i pericoli che corrono a crescere in un determinato ambiente, sono anagraficamente piccoli eppure mentalmente già adulti. Il loro più grande desiderio sarebbe quello di avere un campo da calcio in modo da giocare e sfogare la loro vivacità, invece di stare in piazza con ragazzi più adulti che potrebbero condurli su una brutta via. Ci sarebbe bisogno di campi da calcio, palestre, parchi giochi, centri ricreativi, doposcuola, laboratori artistici e di teatro, in modo che questi bambini possano trovare un’alternativa a quella della criminalità, che promette soldi veloci e facili, ma può portarli ad una morte prematura o al carcere. Già alcune associazioni si muovono in questo senso e stimolano i ragazzi ad esprimere i propri talenti a teatro o con la musica, perché non si sente parlare di loro? Ad infangare Napoli sono tutti bravi e, soprattutto, sono tutti pronti; a parlare del buono che c’è a Napoli non c’è altrettanta propensione e celerità. Forse fa comodo dire che sono tutti camorristi, ladri e delinquenti. La foto della finta baby gang si è diffusa molto velocemente, la verità sulla storia della baby gang sarà altrettanto veloce a venir fuori?
Carmen Morello