Il dipinto torna a Brooklyn dopo essere stato in Virginia
Il dipinto che ritrae un Napoleone nero, una variante dello stesso soggetto del pittore francese neoclassico Jacques Louis David, torna a New York dopo essere stato trasferito in Virginia. In attesa di una tournée internazionale, il suo posto è l’Arthur Ashe Boulevard, lo storico viale intitolato all’unico nero ad aver vinto a Wimbledon, dove è installato permanentemente. Il Bonaparte di Wiley risale al 2005 e sarà esposto a New York con il suo alter ego neoclassico per la seconda volta dopo la mostra del 2019, che li aveva riuniti al Castello di Malmaison in Francia. In questo quadro dai toni un po’ funky troviamo associato il candidato per il premio Nobel nonché allora Presidente degli Stati Uniti Obama, a un imperatore assetato di volontà coloniatrice.
Wiley e i suoi dipinti
Kehinde Wiley è un pittore statunitense, classe ’77, noto per i suoi ritratti di persone nere realmente esistenti colti in pose fortemente eroiche, derivate dall’arte antica. Il monumento equestre ha una tradizione millenaria alle spalle, ma ancora oggi è associato a dei temi su cui l’artista sente il bisogno di far riflettere: la manifestazione di potere e la virilità, soprattutto in connessione con un altro tema, più attuale: la razza.
Ciò che crea stridore e quindi interesse nei suoi dipinti sono gli sfondi “arabescati”, fortemente colorati, che estraniano il soggetto dal suo contesto classico, fortemente demistificato.
Kehinde Wiley ha ritratto alcune delle star più famose del mondo della musica nera come il rapper Ice T, Notorius B.I.G. o Michael Jackson. Ma anche di personaggi dello sport e dello spettacolo.
È stato proprio l’artista afro-americano a dipingere per la Smithsonian National Gallery of Portraits (cioè il museo di Washington dove sono conservati i ritratti ufficiali dei 44 presidenti degli Stati Uniti) Barack Obama. L’ex presidente, questa volta, è ritratto seduto su una sedia incastrata in un cespuglio, in una posa rilassata, quasi esotica. La sua nomina suscitò scalpore non solo perché sarebbe stato il primo pittore nero a entrare nella galleria, ma anche e soprattutto per il suo stile, decisamente meno formale di quello a cui la galleria era abituata.
Francesca Santoro