“Aiutatemi, signora, aiutatemi, sto malissimo. Sto per morire”. Con queste parole Naomi Musenga ha chiesto aiuto al pronto soccorso, era il 29 dicembre del 2017, ma dall’altra parte non è arrivata la risposta sperata. L’operatrice del servizio di ambulanza di Strasburgo l’ha presa in giro, non credendo al suo malore e le ha detto: “Morirai definitivamente un giorno come tutti gli altri”. Non trovando un riscontro positivo, la ragazza contatta un altro ospedale, ma, nonostante l’intervento dei medici, è ormai troppo tardi e così Naomi Musenga è morta a soli 22 anni, lasciando orfano di madre il suo piccolo figlio.
Chiama il pronto soccorso, ma non viene creduta
Il tragico episodio è avvenuto alla fine dello scorso anno, ma i familiari della giovane ragazza hanno diffuso solo adesso l’audio di quella fatale telefonata. Audio in cui un’operatrice, che dovrebbe provvedere nel tempo più breve possibile ad inviare i soccorsi a chi ne fa richiesta, sbeffeggia la povera Naomi Musenga. Una registrazione audio della durata di tre minuti, tre minuti che hanno fatto la differenza tra la vita e la morte per lei. Se fosse stata inviata subito un’ambulanza, l’emorragia interna sarebbe stata bloccata in tempo. Ma così non è stato e per lei non c’è stato nulla da fare. Inutili si sono rivelati gli sforzi dei medici, accorsi dopo un’altra telefonata ad un altro ospedale. Ma perché l’operatrice che le ha risposto non le ha creduto?
Dall’audio risulta che Naomi Musenga facesse molta fatica a parlare e non fosse in grado di spiegare al meglio quale disturbo stesse avvertendo, difatti l’operatrice le ha risposto: “Se non mi dici cosa sta succedendo, riattacco”. Ma Naomi non era in grado di parlare, dunque quando dal pronto soccorso le è stato consigliato di chiamare un altro servizio, lei ha chiesto se potessero farlo loro ma l’operatrice le ha risposto: “Non posso farlo per te” e ha riattaccato. Nel frattempo, un altro dipendente rideva della ragazza che chiedeva aiuto con estrema difficoltà. Dunque Naomi ha telefonato SOS Médicins, che al posto di un’ambulanza manda i medici in persona. Ma, quando sono giunti a casa sua, lei aveva subìto diversi infarti. Dopo cinque ore, viene condotta in ospedale nel reparto di terapia intensiva, dove sopraggiungerà il decesso a causa di “Insufficienza multiorgano dovuta a shock emorragico”.
Naomi Musenga, il caso che fa discutere la Francia
La diffusione dell’audio di quella telefonata ha dato avvio ad un’inchiesta per “mancata assistenza a una persona in pericolo di vita”, gli ospedali di Strasburgo hanno dichiarato che la dipendente è stata “sospesa dal punto di vista amministrativo”. Sul suo profilo Twitter il ministro della Salute Agnes Buzyn afferma di essere “profondamente indignata” per quanto accaduto a Naomi Musenga e propone di aprire un’indagine all’agenzia governativa per la salute e gli affari sociali. “Vorrei assicurare il mio pieno sostegno alla famiglia”. Intanto, proprio la sorella della giovane madre ha dichiarato all’emittente francese LCI:
“Naomi era sola, ha detto che stava per morire, le sue lenzuola erano sporche, nessuno dovrebbe morire in queste condizioni. Naomi, come essere umano, aveva semplicemente il diritto di essere salvata, di essere curata. Questo non deve accadere di nuovo”.
Sui social sono centinaia i commenti indignati per la freddezza mostrata da chi avrebbe dovuto prestare aiuto nei confronti di una ragazza in preda ad un malore. Tutti chiedono ‘Giustizia per Naomi’, riuscirà ad averla?
Carmen Morello