Il futuro è oggi. Recentemente, è stato introdotto in ambito ospedaliero un piccolo robot di nome Nao. Ed è stato proprio il robottino a fare una domanda ad un laureando in infermieristica.
Il ventiquattrenne Giovanni Poggi ha discusso la sua tesi per la laurea triennale, ed è stato proprio Nao a consegnargli l’alloro. Con l’aiuto di un professore, si intende. Il titolo della tesi di Poggi è “Robot-terapia come terapia farmacologica nella gestione dell’ansia del bambino sottoposto a procedura dolorosa”.
Il robottino Nao, alto 58 centimetri, è entrato per un attimo a far parte della commissione, ponendo al laureando l’ultima delle domande. La tesi di Poggi è perfettamente pertinente al “lavoro” del piccolo robot. Nao, infatti, è parte attiva del progetto “Baby Goldrake” presso il reparto pediatrico di Padova. Le sue mansioni sono relative all’assistenza dei bambini e al supporto durante le odiate punture.
Ma il compito di Nao non è solo quello di assistere i piccoli pazienti. E’ anche il loro “compagno di giochi”, soprattutto per coloro che devono sopportare lunghi e noiosi ricoveri. Insomma, un piacevole diversivo per i bambini, che così si distraggono e si divertono anche e soprattutto durante i momenti più dolorosi.
Il robottino ha subito attirato le simpatie di tutti, e non solo dei più piccoli. “Ci siamo divertiti più noi dei bambini” ha dichiarato Poggi “Nao è diventato quasi un amico, un compagno di viaggio, per cui ci tenevo ad averlo vicino durante la discussione. E poi è più facile mostrare le sue capacità dal vivo che spiegarle a voce.”
Il neolaureato ha raccontato anche della prima bambina con cui ha “lavorato” Nao. All’inizio la piccola era molto nervosa, ma poi si è sorprendentemente addormentata durante l’iniezione. Insomma, il piccolo robot è stato un autentico successo, e piace a tutti, grandi e piccini. La ricerca ha acquisito, ancora una volta, un tocco di umanità.
Veronica Suaria