Nagasaki, l’ultima bomba atomica

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Il 9 agosto richiama molti eventi importanti. Uno di questi riguarda Nagasaki.

Oggi ricorre un’altra data tristemente importante nella storia del nostro pianeta.

Il 9 agosto 1945 veniva sganciata la seconda bomba atomica, “Fat Man”, sulla città di Nagasaki.

Nagasaki
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Questa volta si trattava di una bomba al plutonio, diversa da “Little Boy”, la bomba che distrusse Hiroshima tre giorni prima, ma non meno letale.

Le vittime che oggi sono state ricordate sono oltre 70 mila.

Le persone che si sono raccolte presso il memoriale di Nagasaki erano tantissime e tutte alle 11,02, hanno osservato un minuto di silenzio assordante.

Chissà quali preghiere hanno rivolto, chi hanno ricordato.

Tra queste persone erano presenti anche alcuni hibakusha, i sopravvissuti della bomba, coloro che quel giorno ce l’hanno ben impresso nella mente.

Nagasaki non era un obiettivo, nessuno aveva autorizzato la sua distruzione. Il reale obiettivo era l’arsenale di Kokaku, ma le condizioni meteorologiche avverse portarono ad un cambiamento del bersaglio.

Il compito della prima bomba sganciata su Hiroshima aveva la funzione di spingere il Giappone alla resa.

Grazie ad un distratto consenso del presidente Truman, il quale non firmò in prima persona il documento ufficiale sulle cui firme campeggiarono il segretario di Stato e quello a alla Guerra.

Su quel documento, al secondo punto era chiaramente data l’autorizzazione all’utilizzo della prima bomba e di tutte le bombe pronte in seguito.

Il Giappone tardò ad arrendersi, così gli americani si sentirono autorizzati a sganciare una seconda bomba su un obiettivo non in lista.

Quando il presidente Truman si rese conto che altri stavano prendendo decisioni al suo posto, nel giro di ventiquattro ore emanò un nuovo ordine secondo cui senza il suo esplicito consenso non sarebbero più state sganciate bombe.

Durante la commemorazione che si è tenuta oggi, Toyokazu Ihara, un anziano hibakusha, ben consapevole di cosa significhi subire in prima persona quell’orrore, ha chiesto al primo ministro, Shinzo Abe, di non cambiare la costituzione pacifista che da tempo caratterizza il Giappone, richiesta appoggiata dal coro che si è levato dalla folla presente.

Purtroppo i cambiamenti sono possibili, vista la maggioranza di due terzi uscita dopo le elezioni in entrambi i rami della Dieta.

Qualunque sia la scelta che prenderà il governo giapponese, e consapevole di ciò che purtroppo sta accadendo in questo momento nel mondo, spero e confido che si riesca a trovare e a mettere la parola “fine” a tutte le atrocità che la guerra ha causato, sta causando e che, se l’uomo non si renderà presto conto di essere il responsabile di tutto ciò, continuerà a causare.

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