Non a tutti è noto che lo stesso Benito Mussolini intervenne ripetutamente per cercare di ottenere una revisione del processo, e successivamente la grazia, per i due anarchici italiani Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, ingiustamente condannati a morte negli Stati Uniti il 23 agosto 1927 con l’accusa di omi-cidio.
Ci si è interrogati su quali furono le ragioni per cui il Duce decise di intervenire, direttamente e indirettamente, a favore di Sacco e Vanzetti dal momento della sua salita al potere fino alla morte dei due anarchici.
Fu per le sue radici anarco-socialiste? O per la pressione a salvarli in quanto ita-liani? Oppure per l’opportunità politica e propagandistica del regime fascista? E ancora: come si mosse Mussolini rispetto all’“amico americano”?
La ricerca storica si è sostanzialmente divisa tra chi considera soltanto di facciata, legato alle circostanze e alla convenienza politica, l’intervento di Mussolini in favore di Sacco e Vanzetti e chi, al contrario, ritiene che esso fosse sincero e sen-tito.
I professori Philip V. Cannistraro e Lorenzo Tibaldo con questo loro accurato lavoro, che esce in occasione dei novanta anni dalla morte dei due anarchici italia-ni, intendono approfondire le ragioni per cui il Duce intervenne in loro difesa e intendono mostrare come la risposta – anche alla luce della documentazione con-sultata presso l’Archivio Storico Diplomatico di Roma – sia più complessa e deb-ba tenere in considerazione le dinamiche personali, politiche e diplomatiche, in questa vicenda profondamente intrecciate.
Il volume è corredato da un’appendice ricca di documenti poco noti o inediti sulla drammatica vicenda di “Nick and Bart”, così come venivano comunemente appel-lati Sacco e Vanzetti.