Perché Elon Musk e Jack Ma hanno paura delle IA?

Nel periodo storico in cui viviamo la tecnologia riveste un ruolo indiscutibilmente decisivo. Smartphone, ingegneria genetica e Industria 4.0 influenzano la vita di tutto il genere umano. Il progresso tecnologico mostra intelligenze artificiali (IA) sempre più complesse, grazie anche ai metodi di machine e deep learning. Cosa potrebbe però accadere qualora si riuscisse a creare una super-IA, in grado di lasciare indietro di parecchio l’intelligenza umana? Questo scenario prende il nome di singolarità tecnologica. Proviamo a rispondere grazie alle opinioni di due importanti guru della tecnologia, Elon Musk e Jack Ma.

Elon Musk

Cosa è la singolarità?

La singolarità tecnologica fa riferimento all’ipotetico avvento di una super-intelligenza superiore a quella umana e ai relativi progressi tecnologici che ne deriverebbero, situazione in cui gli esseri umani non riuscirebbero a reggere il passo. Comunemente si pensa che tale intelligenza sarà un’IA. Questo in virtù della velocità del tasso di miglioramento tecnologico, che porta a dispostivi tecnologici sempre più avanzati. Quest’idea deriva da Ray Kurzweil, che estende la legge di Moore (che parla dello sviluppo esponenziale dei semiconduttori) alla tecnologia in genere.

Cosa accadrebbe?

Le possibilità sono diverse. A voler essere ottimisti, una super-IA potrebbe essere determinante nel risolvere le problematiche legate all’economia, alla sanità, al mondo del lavoro e alla giustizia, per esempio. È probabile, infatti, che molti mestieri saranno svolti in futuro dai robot sostituendo progressivamente gli esseri umani, così come la giustizia potrebbe essere amministrata in maniera più efficiente e oggettiva (almeno secondo il padre della cibernetica, Norbert Weiner). Se vogliamo essere catastrofisti, invece, una super-IA finirebbe per sovrastarci e non saremmo in grado di fermarla. D’altronde, è l’intelligenza che ci pone una spanna sopra gli animali e che ci permette di dominarli. Insomma, uno scenario simile a quello immaginato da Fredric Brown ne La risposta: a un super-computer appena avviato viene chiesto se una divinità esiste, e questo senza esitazione risponde:

Sì, adesso c’è un Dio.




Elon Musk e Neuralink

Il futuro delle IA preoccuperebbe anche Elon Musk, fondatore di Tesla Motors noto per i suoi progetti ambiziosi. Il pensiero di Musk ci giunge tramite Tim Urban, blogger a contatto con Musk, che ha rilasciato un’intervista a Heleo. Stando a quanto riportato da Urban, Musk propone una soluzione che potrebbe aggirare il problema: Neuralink, un’interfaccia capace di connettere uomo e macchina. Secondo Musk dovremmo costruire IA utili a potenziare le nostre capacità cognitive, integrando dunque l’intelligenza naturale con quella artificiale. Dovremmo però estendere questa possibilità a tutti, così che nessuno possa prevalere sugli altri. Musk ritiene che riusciremo a ottenere qualcosa di simile entro i prossimi 8-10 anni. Molti potrebbero storcere il naso (luddisti in primis), ma non siamo forse già dei cyborg?

Jack Ma

Jack Ma e la Terza Guerra Mondiale

Decisamente più pessimista Jack Ma, fondatore di AliBaba, nota piattaforma di e-commerce dedicata alla tecnologia. In un’intervista rilasciata alla CNBC, sebbene Ma riconosca che l’IA possa apportare dei vantaggi alle persone (come la riduzione delle ore di lavoro), al tempo stesso è preoccupato perché sempre più macchine sono in grado di svolgere lavori prima eseguiti dagli esseri umani: si dovrebbero costruire macchine esclusivamente in grado di svolgere quei compiti che un essere umano non è in grado di fare. Poiché stiamo vivendo una rivoluzione tecnologica, Ma teme che possa scoppiare la Terza Guerra Mondiale, così come le precedenti sono il frutto delle rispettive rivoluzioni industriali. L’unica nota positiva, secondo Ma, è che le macchine non possono ottenere la saggezza e l’esperienza, che sono tipiche di un essere umano, per cui sarebbero destinate a perdere.



Dobbiamo preoccuparci delle IA?

Senza dubbio sono molti gli esperti di tecnologia che temono lo sviluppo delle IA. Oltre ai già citati Musk e Ma, anche Bill Gates, Steve Wozniak e Stephen Hawking hanno espresso le loro perplessità IA. Siamo dunque pronti a strapparci i capelli in attesa che Terminator ci uccida? Innanzitutto bisogna capire se è possibile che un’IA sia effettivamente in grado di riprodurre l’intelligenza, e ancor prima è necessario trovare una definizione universalmente condivisa di intelligenza (se ci riuscite, vi aspetta un posto da Professore Ordinario di Psicologia Generale in qualsiasi università del pianeta). In secondo luogo, la crescita tecnologica potrebbe non essere affatto esponenziale, ma potrebbe flettersi o arrestarsi. Insomma, scenari degni di Person of Interest sono ancora lontani. Possiamo dormire sonni tranquilli… per ora.

Davide Camarda

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