Elon Musk e Vivek Ramaswamy, entrambi scelti per guidare il nuovo Dipartimento per l’Efficienza Governativa (Doge) sotto la prossima amministrazione Trump, sono pronti a lanciare una serie di interventi drastici destinati a ridurre la spesa federale e snellire l’apparato burocratico degli Stati Uniti. La loro “vision” per il governo federale, che include l’eliminazione di migliaia di regolamentazioni e il licenziamento di migliaia di dipendenti, ha già suscitato numerose polemiche.
Recentemente, Musk ha pubblicato su X (ex Twitter) una lista di funzionari federali, tra cui molte donne con incarichi legati al cambiamento climatico, dichiarando di volerli licenziare per ridurre l’influenza della burocrazia federale nelle politiche ambientali. Un’operazione che ha suscitato forti reazioni e che sembra solo l’inizio di una battaglia legale e politica destinata a intensificarsi.
La strategia e le reazioni
Il post di Musk su X, che includeva i nomi e le posizioni di quattro funzionarie federali con incarichi climatici, ha scatenato una tempesta di polemiche. I nomi sono stati esposti alla pubblica gogna, raccogliendo milioni di visualizzazioni e commenti negativi da parte dei follower del miliardario, con alcuni che li definivano come esempi di “incarichi frode”. Una delle funzionarie ha persino cancellato tutti i suoi account social in seguito all’enorme pressione ricevuta. Il sindacato che rappresenta i dipendenti federali, American Federation of Government Employees (AFGE), ha parlato di tattiche intimidatorie, accusando Musk e Ramaswamy di cercare di seminare paura tra i dipendenti pubblici per evitarne la protesta.
Everett Kelley, presidente dell’AFGE, ha definito le azioni di Musk come un tentativo di “intimidire” i dipendenti, facendo in modo che non si esprimano liberamente contro la politica del governo. I leader del Doge sembrano pronti a perseguire questo approccio, mirando a ridurre non solo il numero dei funzionari, ma anche a comprimere le normative federali e tagliare in modo radicale le spese pubbliche, arrivando a cifre che potrebbero compromettere programmi sociali fondamentali come Medicare e Social Security.
La visione di Musk e Ramaswamy
In un recente articolo pubblicato sul Wall Street Journal, Musk e Ramaswamy hanno delineato la loro visione per il futuro del governo federale. Il loro piano prevede di chiedere a Trump di rimuovere migliaia di regolamentazioni e di ridurre la forza lavoro federale, con l’obiettivo di abbattere centinaia di miliardi di dollari di spesa pubblica. Secondo i due, l’intervento potrebbe essere realizzato “con o senza il consenso del Congresso”, una posizione che suscita preoccupazione tra gli esperti legali e politici, che vedono nella proposta un piano rischioso che potrebbe innescare una lunga battaglia nei tribunali.
Nonostante le sfide previste, Musk e Ramaswamy si dicono pronti a sostenere le difficoltà legali, tecniche e amministrative che potrebbero presentarsi lungo il cammino. Musk ha parlato più volte di un possibile taglio della spesa federale di ben 2.000 miliardi di dollari in un decennio, ma i dettagli su come intendano realizzare tale cifra restano vaghi. Alcuni esperti di bilancio, come il professor Richard J. Pierce della George Washington University, mettono in guardia contro la difficoltà di raggiungere un obiettivo simile senza entrare in conflitto con programmi di grande valore sociale, come quelli destinati alla salute e al welfare.
Ostacoli legali e sfide pratiche
Uno degli ostacoli principali al piano di Musk e Ramaswamy è la legge federale, che impone procedure rigorose per l’abrogazione delle normative esistenti. Ad esempio, eliminare una singola regolazione federale può richiedere dai due ai tre anni di lavoro, rendendo quasi impossibile realizzare i tagli annunciati entro i tempi previsti, come il 4 luglio 2026. Secondo Pierce, un professore di diritto amministrativo, la proposta di Musk e Ramaswamy appare irrealizzabile dal punto di vista giuridico, con la possibilità che le corti si oppongano fermamente alla loro agenda, soprattutto per quanto riguarda la rimozione di intere categorie di regolamenti.
Inoltre, le ripercussioni pratiche potrebbero essere gravi: esperti temono che una massiccia riduzione della forza lavoro federale e delle normative potrebbe indebolire le funzioni fondamentali del governo, come l’approvazione dei permessi per le imprese e la gestione delle risorse naturali. L’uscita di massa di esperti e funzionari qualificati dal governo potrebbe anche compromettere l’efficienza delle agenzie, soprattutto in ambiti sensibili come quello sanitario e ambientale.
Il piano di Musk per ridurre la forza lavoro
Musk e Ramaswamy hanno anche parlato di ridurre il numero di dipendenti federali, con l’intenzione di rivedere anche il lavoro a distanza. In modo simile a quanto fatto nelle sue aziende, come Tesla e X, Musk ha imposto politiche severe sui dipendenti che non rispettano le indicazioni aziendali, esortandoli a tornare in ufficio se vogliono mantenere il posto di lavoro. La stessa logica potrebbe essere applicata nel contesto governativo, con un ridimensionamento delle agenzie e una spinta per fare in modo che i dipendenti torni a lavorare fisicamente nei luoghi di lavoro governativi, riducendo al contempo il numero complessivo di personale.
Il piano di Elon Musk e Vivek Ramaswamy di ridurre la burocrazia federale e abbattere la spesa governativa ha generato forti reazioni sia in ambito politico che tra gli esperti legali. Le difficoltà legali, i contrasti con i sindacati e le implicazioni sociali di un intervento simile potrebbero rendere il loro progetto molto più complicato da attuare di quanto non sembri. Tuttavia, Musk e Ramaswamy sembrano determinati a seguire il loro percorso, portando avanti la loro visione di un governo più snello e meno intrusivo.