La risposta della musica italiana alla capitana Carola Rackete

Nell’Italia spaccata sul dibattito ideologico e politico del caso Sea Watch come si pone il settore artistico del paese? Quello della musica italiana nello specifico, gli artisti prendono parte all’agorà tra post liberismo e umanità dal basso?

Il caso che tiene banco nello stallo mediatico degli ultimi giorni è senza dubbio quello relativo a Carola Rackete, giovane “capitana” che ha guidato l’imbarcazione Sea Watch 3 fino al porto di Lampedusa contravvenendo al blocco imposto dal Viminale e dal ministro degli interni Matteo Salvini, traendo il salvo 42 persone.

Ad oggi la musica italiana riesce a dare risposte a implosioni di casi tanto fragorosi? In generale ha decisamente perso, per gran parte,  quella sua attitudine politica nella speranza idealista di voltare l’immagine del mondo. Le canzoni dei suoi John Lennon e Bob Dylan, del suo punk e di inni gridati nell’immagine fiammeggiante di bandiere al rogo sotto la chitarra distorta  di Jimi Handrix e di quella lontana “isola” di Woodstock.

Oggi nella predominanza della sfera pop e cantautoriale, capace di raccontare sentimenti e realtà sociale, si chiede alla musica italiana, in questo caso,  il grande sforzo e coraggioso di prendere una posizione nei confronti del rischio di disumanizzazione e latenza. Scendere nella piazza, quella che forse oggi canalizza maggior eco, dei social network e porsi come fari direzionali di un dibattito a scapito di quel mare, spesso infangante, di tanti haters.



L’Italia della musica, seppur in parte, ha dato la sua risposta all’appello, in primis attraverso quella che è la grande solidarietà femminile alla capitana, si sono infatti esposte tra le altre Elisa che su Twitter allegata alla notizia del fermo giudiziario scrive:

Per favore più amore, ma perchè non siamo tutti uguali ?

Aggiungendo l’immagine di un cuore spezzato, Segue Paola Turci con un semplice:

Esseri umani

tocca poi ad Emma Marrone con un tipo di esposizione ancora più netto scrivendo:

Solo una parola. VERGOGNA. Il fallimento totale dell’umanità. L’ignoranza che prende il sopravvento sui valori e sul rispetto di ogni essere umano. Stiamo sprofondando in un buco nero. Che amarezza

Partecipa, attraverso i suoi canali social, anche la cantautrice Maria Antonietta che paragona la vicenda alla tragedia di Sofocle, dove Antigone sceglie di seppellire il fratello anche se morto come nemico della città. Nel post conclude:

Potevo io, per paura di un uomo, dell’arroganza di un uomo, potevo venire meno a queste leggi?” Tutto questo mi inorgoglisce, mi fa pensare che l’anima è la cosa più potente di cui disponiamo. I corpi si spezzano e si costringono; l’anima no. Comunque la pensiate, per me – adoperare l’anima, è sempre un esempio di virtù

Ad attingere metaforicamente alla tragedia di Antigone è anche l cantautore Roberto Vecchioni, in una lettera a Repubblica, aveva scritto che quella tra il vicepremier Matteo Salvini e la comandante della Sea Watch, Carola Rackete è:

 la madre di tutte le battaglie, il conflitto eterno tra ragione e cuore

e aggiunge:

Io me la vedo Carola, bella, ritta sul ponte a prendere quella decisione che per lei è solamente normale. Nessun tentennamento, nessuna paura, un riso naturale, convinto, gli occhi semichiusi nel sole accecante, nella certezza che tutti gli uomini sono diamanti. Lei non lo sa, ma le ha dentro di sé le ultime parole che Edipo in punto di morte aveva detto ad Antigone disperata: ‘Non piangere, figlia mia, c’è una sola parola che ci libera dall’oscurità, dal male del mondo. E quella parola è amore

Tra gli artisti che hanno rilasciato dichiarazioni in merito alla vicenda Elio, senza le sue storie tese, che in occasione di un suo spettacolo a Milano dice:

Non si può più stare zitti di fronte alla criminalizzazione di chi aiuta le persone in difficoltà

Tra i post social in favore di Carola Rackete anche  Tommaso Paradiso, cantante e leader dei TheGiornalisti, che commenta:

Sembra davvero che tutto ciò possa provenire da un mondo parallelo, per una falla improvvisa del sistema che ha deviato il normale corso delle cose, come se stessimo assistendo da spettatori a un film post apocalittico ambientato in un tempo x lontano la qui, lontano da noi. Ma è semplicemente reale, spaventosamente reale. Per l’ennesima volta ci siamo sopravvalutati, invece, rappresentiamo il punto pi basso e infimo della grandiosità dell’universo tutto

Il cantautore romano Mannarino invece, al termine di un suo post pubblico sul profilo Facebook, scrive

…É pieno il mondo di navi che navigano da nord a sud cariche di rifiuti tossici e radioattivi, è pieno il mare di navi che trasportano le merci confezionate dai nuovi schiavi in India o in Cina, e per quelle navi i porti sono sempre aperti. Navi cariche di petrolio, navi cariche di Coltan, navi di rapina. Nessuno qui ha paura di quelle navi. La ragazza nella foto si chiama Carola Rackete, è il capitano della nave Sea Watch 3, e trasporta 42 poveracci, disarmati, senza soldi, stanchi e affamati. Siete sicuri che sia questa la nave da fermare? Siete sicuri che sia questa la nave che deve farci paura?

Siamo sicuri che questi saranno soltanto tra i primi artisti della musica italiana che esporranno personali idee, idee che non issano bandiere di vari colori ma che istigano alla discussione, una posizione privilegiata e di responsabilità che la musica deve tornare a porsi a prescindere da epoche e generi.

                                                                                                                                                                                                                                       Claudio Palumbo

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