Museo Van Gogh si trasforma in un centro bellezza per poter riaprire

Museo Van Gogh

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Il Museo Van Gogh di Amsterdam si trasforma in centro bellezza per un giorno. Così il settore della cultura olandese protesta contro l’incoerenza delle restrizioni imposte dal governo secondo cui musei e teatri non possono riaprire, al contrario di parrucchieri, estetisti e palestre. 

Il museo Van Gogh non è stato il solo: la disobbedienza civile di teatri e musei ha coinvolto l’intero Paese

Stanchi e sfiduciati dalle persistenti chiusure, gli operatori dell’arte hanno voluto protestare contro le nuove disposizioni anti-Covid in Olanda. Il lockdown in vigore nel Paese dal 18 dicembre è stato recentemente alleggerito con la riapertura di palestre, parrucchieri e negozi. Tuttavia, ai luoghi culturali è stato imposto di rimanere chiusi al pubblico.

Il settore culturale ha deciso di aprire lo stesso, in rispetto delle regole, cioè sotto forma di saloni di bellezza e centri sportivi per dimostrare che una riapertura in sicurezza è possibile.

Il Museo Vang Gogh di Amsterdam ha accolto un barbiere che ha tagliato capelli a decine di persone e un’estetista che ha fatto la manicure ad altrettante.





La cultura è importante

Con questa protesta, il settore della cultura olandese ha mandato al governo un messaggio forte e chiaro. Una richiesta di equo trattamento rispetto a tutti gli altri servizi a cui il governo ha scelto di dare priorità. Questo perché le condizioni per riaprire i luoghi di cultura in sicurezza ci sono.  Eppure si sceglie di non farlo.

I luoghi di cultura non sono solo motore per la ripresa economica ma rappresentano migliaia di posti di lavoro che meritano di essere tutelati come tutti gli altri.

Inoltre, spesso i centri culturali vengono definiti “non essenziali”. Ma la verità è che le persone hanno bisogno dell’arte  specialmente in tempi difficili come la pandemia. I luoghi culturali offrono una fuga dalla realtà, un’esperienza intellettuale e formativa che risponde a quell’esigenza insita in ognuno di noi di cercare delle risposte nella cultura e nella storia. Per questo motivo le persone visitano musei o frequentano teatri. I centri culturali sono essenziali e funzionali al nostro benessere individuale e collettivo.

È emblematico che il Museo Van Gogh, fra i tanti, abbia aderito a questa iniziativa, poiché chi meglio di Van Gogh potrebbe insegnare l’importanza dell’arte e la sua connessione con la salute mentale.

Un problema non solo olandese

Anche in Italia i luoghi d’arte hanno patito lunghe chiusure durante le varie fasi della pandemia. Questo sebbene il nostro Paese sia riconosciuto in tutto il mondo per il suo inestimabile patrimonio culturale.

Durante le fasi più critiche dell’emergenza sanitaria Covid-19, la politica generale europea è stata quella di tenere chiusi i luoghi d’arte poiché ritenuti a maggior rischio di contagio.

Tuttavia, un’indagine dell’AGIS, Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, sugli spettacoli nel periodo dal 15 giugno a ottobre 2020, ha dimostrato la sicurezza dei luoghi d’arte da questo punto di vista, con la registrazione di un solo caso positivo su 347.262 spettatori.

Al momento, l’Italia sembra aver trovato un compromesso con i vaccini e l‘introduzione delle mascherine Ffp2 nei luoghi al chiuso tra cui teatri e musei. Ciò non toglie che il mondo della cultura italiano abbia rischiato grosso specialmente durante la seconda ondata e forse un compromesso sarebbe servito prima.

Ciò che emerge anche dalla vicenda del Museo Van Gogh è che gli operatori dell’arte sono stanchi della negligenza del governo e continueranno a far sentire la loro voce, in un modo o nell’altro.

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