Alle ore 18 di lunedì 24 febbraio, un piccolo museo privato di Varese lancia un hashtag che nel giro di pochi giorni ha fatto il giro del web. #Museichiusimuseiaperti è l’arma con cui i musei chiusi per il coronavirus resistono alla serrata.
L’idea è semplice, ma di grande impatto. Se i visitatori non possono entrare al museo, sarà il museo a raggiungerli, condividendo post, immagini, video che ne raccontano alcuni aspetti. Un segnale per dire che, comunque, l’attività non si ferma. Un modo per alleviare la solitudine di tutti e per trasformare un momento negativo in opportunità.
Ho sempre creduto che siano le difficoltà a forgiarci. Bisogna saperle guardare da un’altra prospettiva. Quest’iniziativa serve anche ad avvicinare le persone ai musei.
Racconta Livia Cornaggia, che ha avuto l’idea e che da nove anni dirige il Museo Tattile di Varese insieme ad altri due soci. Nonostante sia l’unico in Europa a esporre solo modelli tattili, l’ente privato lotta quotidianamente con i problemi del fare cultura in provincia. Per questo, forse, è stato il primo a progettare una strategia di reazione contro la chiusura per il coronavirus.
#Museichiusimuseiaperti è già nei twitter trends.
Il post di Livia ha innescato una catena di condivisioni tra Lombardia, Piemonte e Veneto, chiamando a raccolta tutte le regioni coinvolte dai provvedimenti. E le partecipazioni aumentano di ora in ora.
Sono piacevolmente stupita dall’elevato numero di adesioni. I social talvolta hanno effetti sorprendenti.
Ogni museo gioca le sue carte per rendere la visita virtuale più fantasiosa possibile: c’è chi sceglie di pubblicare la foto di un oggetto insolito con l’aneddoto correlato, chi diffonde clip video che mostrano il personale al lavoro nonostante il museo chiuso e chi interviene in diretta Facebook offrendo all’utente la possibilità di una visita-lampo. L’ultima trovata interessante è stata quella di Villa Bernasconi a Cernobbio, che in questi giorni racconta la sua affascinante storia attraverso Youtube: una puntata al giorno, per mantenere alto il livello di suspence.
A #Museichiusimuseiaperti, contro il coronavirus, se ne sono affiancati altri: #mdrinpillole (il torinese Museo del Risparmio), #cronachedalmuseochiuso (l’archeologico di Venezia), #saledellagam (la GAM di Milano), #accaddeoggi (la Pinacoteca Agnelli di Torino).
L’unione fa la forza e i musei fanno squadra per resistere. Armati di un esercito di hashtag.
Chiara Dalmasso