Musei Vaticani: uno dei luoghi più ricchi di beni artistici e culturali che esistano al mondo. Per questo visitato ogni anno da milioni di persone: nel 2016 furono 6 milioni, nel 2017 sono state registrate oltre 27.000 presenze giornaliere, cifra che è salita a 30.000 nel 2018.
Il periodo più critico e sovraffollato? Quello che va da marzo ad ottobre e che corrisponde (all’incirca) alla primavera-estate, le stagioni più calde. Proprio durante questo periodo si sono verificati episodi davvero spiacevoli per i turisti: file interminabili, ore e ore di attesa, temperature ‘infernali’ che hanno raggiunto anche i 40 °C. Ci sono stati diversi svenimenti (fino a 10 al giorno), attacchi di panico, persone calpestate e ferite nella calca creatasi per poter ammirare sculture, quadri e affreschi, in primis quelli che adornano la Cappella Sistina, vera ‘star’ dei Musei Vaticani.
Ora sembra che si stia tornando ad una situazione di relativa ‘tranquillità’, complice anche il fatto che l’alta stagione è ormai terminata, ma quanto accaduto ha spinto i dirigenti dei Musei ad una seria riflessione che potrebbe cambiare la gestione dei tour guidati e il numero di visitatori ammessi.
Difatti, il 12 ottobre 2018 si è tenuta una giornata di studio dal titolo “La conservazione preventiva nei grandi musei. Strategie a confronto”. Tale giornata è stata un’occasione d’incontro e confronto tra i maggiori esperti a livello mondiale in materia di gestione del turismo di massa e di tutela del patrimonio artistico. Tra i partecipanti vi erano: Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani; Salvatore Settis, studioso; Vittoria Cimino, Coordinatore dell’iniziativa e Responsabile dell’Ufficio del Conservatore; Jean-Luc Martinez del Musée du Louvre; Laurent Salomé del Musée National des Château de Versailles et de Trianon; Mikhail B. Piotrovskiy dello State Hermitage Museum di San Pietroburgo; Gabriele Finaldi della National Gallery di Londra; Christian Greco del Museo Egizio di Torino; Timothy Potts del J. Paul Getty Museum di Los Angeles; Miguel Falomir Faus del Museo Nacional del Prado.
Altro fattore da tenere in conto è la sicurezza, in senso lato, ossia: immaginate una folla di diverse centinaia di persone ammassata in un luogo stretto e chiuso, se dovesse verificarsi un’emergenza (incendio, terremoto, attacco terroristico ecc.), come sarebbe possibile effettuare l’evacuazione di uno spazio congestionato? Ecco perché è importante ridurre il numero dei visitatori ed ecco perché sono state implementate anche le unità degli addetti alla sicurezza. Inoltre, si sta pensando a nuove uscite di sicurezza, in modo da facilitare le operazioni di ingresso ed uscita dei visitatori e delle guide (circa 3.000 lavorano quotidianamente in Vaticano).
Ma la questione della sicurezza nei Musei Vaticani era stata sollevata già in passato, purtroppo le cariche governative dello Stato della Chiesa non avevano voluto ascoltare tali lamentele e chi aveva intenzione di sporre denuncia è stato dissuaso dal farlo, in quanto il Vaticano ha le proprie leggi ed è esso a decidere cosa e come fare.
Data l’emergenza dei mesi scorsi, neanche lo Stato pontificio può rimanere indifferente di fronte ad una situazione alquanto critica, perciò dal prossimo anno saranno stabilite nuove normative per regolare gli ingressi e per preservare al meglio i preziosi tesori custoditi tra quelle antiche mura.
Carmen Morello