mRNA-1644: è in arrivo il vaccino per l’HIV

mRNA-1644 è il nome del vaccino per l’HIV. Moderna e IAVI annunciano il via alla prima fase di sperimentazione del vaccino. Un nuovo passo nella lotta contro uno dei virus più pericolosi del nostro tempo

Di vaccini a mRNA si è parlato e discusso tantissimo. La maggior parte delle persone ormai sa cosa è l’mRNA, dove e come agisce. Negli ultimi due anni, seppure tutta l’attenzione è stata catturata dalla pandemia da Covid-19, tanti altri virus molto più pericolosi sono rimasti comunque in circolazione. L’HIV è certamente uno di questi.  Dopo 40 anni dall’identificazione della malattia che il virus HIV provoca , ovvero l’AIDS, tanti sono stati gli studi per cercare di capire come trovare una cura efficace. Sorprendentemente, il 27 Gennaio 2022, Moderna (ormai nota casa farmaceutica produttrice del vaccino contro il Covid-19) insiema a IAVI (International AIDS Vaccine Initiative) ha annunciato l’avvio della sperimentazione di un nuovo potenziale vaccino. mRNA-1644 è il suo nome.

Dove ci siamo lasciati

Lo sforzo della comunità internazionale per la prevenzione della diffusione di HIV, non si è limitato ad una forte e capillare campagna di informazione. La prevenzione ha dato particolare importanza ai metodi di barriera (preservativi maschili e femminili) e/o soluzioni a seguito di comportamenti sessuali a rischio. Nei paesi con accesso alle cure, i metodi di prevenzione permettono soluzioni più incisive. Ad oggi è molto semplice l’accesso ai test HIV, profilassi pre-esposizione (PrEP) tramite potenti antiretrovirali (ARV) e tanti altri. Il principio alla base di questi trattamenti è che se c’è una concentrazione sufficiente di farmaci che blocca la replicazione dell’HIV nei tessuti esposti, il virus non può stabilire l’infezione, consentendo all’individuo di rimanere libero dall’HIV. [Fauci et al]
tuttavia, data l’ampia diversità delle popolazioni a rischio, inclusa comunità LGBTQIA+, prostitute, persone che fanno uso di droghe, adolescenti e giovani donne nell’Africa subsahariana, è sempre più urgente un programma d’intervento per raggiungere la popolazione anche e sopraprattutto laddove ostacoli economici, geografici e di altro tipo non lo rendono possibile. Proprio per questo motivo la ricerca punta sullo sviluppo di antiretrovirali e di anticorpi ampiamente neutralizzanti (bNAb) che prevedono una somministrazione ogni 6-12 mesi. L’ampia finestra temporale per la somministrazione permetterebbe interventi più efficaci, più capillari oltre che faciliterebbe il quotidiano dei soggetti portatori di HIV/AIDS.

A giugno 2020, è stato stimato che oltre 26 milioni di persone che convivono con il virus o con la malattia seguono una terapia costituita da tre o più farmaci antiretrovirali in associazione, poiché hanno diversi meccanismi d’azione contro il virus. Sempre le attuali stime, indicano che il 59% delle persone che convivono con l’HIV/AIDS può aspettarsi una durata di vita relativamente normale. Ciò conferma che ad oggi le terapie con antiretrovirali sono l’arma più potente in campo.

Dove siamo oggi

Da quanto comunicato dallo IAVI, lo scorso 27 Gennaio è partita una sperimentazione su un potenziale vaccino. Questa sperimentazione è stata chiamata IAVI G002 e il vaccino è stato chiamato mRNA-1644. I ricercatori vogliono testare l’ipotesi secondo cui somministrando due dosi di immunogeni HIV(sostanze capaci di stimolare una risposta immunitaria) aventi RNA messaggero (mRNA) si possa indurre specifiche risposte da parte dei linfociti B e guidare una crescita rapida di anticorpi ampiamente neutralizzanti (bnAb ). L’induzione di bnAbs è ampiamente considerata l’obiettivo primario della vaccinazione contro l’HIV e questo si spera sia il primo step. Gli immunogeni utilizzati in IAVI G002 sono sviluppati dai team di IAVI e Scripps Research mentre Moderna ha fornito la tecnologia a mRNA.

Retroscena

Gli antigeni del vaccino HIV sono stati originariamente sviluppati come proteine ​​da William Schief, professore presso Scripps Research e direttore esecutivo della progettazione del vaccino presso il Neutralizing Antibody Center (NAC) di IAVI. Nel 2001, a seguito di un primi trial clinico dal nome, IAVI G001, osservò che l’immunogeno presente in una prima inoculazione del vaccino (eOD-GT8 60mer) induceva la risposta nelle cellule B nel 97% dei riceventi. Il vaccino odierno, chiamato mRNA-1644, dovrebbe confermare la risposta immunitaria desiderata tramite rilascio di mRNA. Inoltre, dovrà valutare anche la capacità di un immunogeno di indurre una maturazione dei linfociti B. I vaccini a mRNA sono prodotti in modo molto veloce. Questo permetterebbe una più celere progettazione dei test, accorciando i tempi ad ora molto lunghi nello sviluppo degli stessi.

mRNA-1644 sarà testato in 4 sedi: GWU School of Medicine and Health Sciences, Hope Clinic dell’Emory Vaccine Center di Atlanta , Fred Hutchinson Cancer Research Center a Seattle e University of Texas–Health Science Center di San Antonio. I siti arruoleranno 56 volontari adulti sani e sieronegativi. I partecipanti riceveranno una o due dosi. In particolare 48 di loro riceverà la doppia dose di eOD-GT8 60mer mRNA Vaccine (mRNA-1644). Altri otto volontari riceveranno l’immunogeno boost da solo. I partecipanti saranno monitorati per sei mesi dopo l’ultima vaccinazione. Le risposte immunitarie saranno esaminate a livello molecolare per valutare se gli effetti desiderati sono presenti.

Silvia Conforti

Bibliografia

Fauci AS, Dieffenbach CW, Dabis F. Inserire un vaccino nel panorama della prevenzione dell’HIV. J Int AIDS Soc . 2021;24 Suppl 7(Suppl 7):e25792. doi:10.1002/jia2.25792

Johnston MI, Scarlatti G, Pitisutthithum P, Bekker LG. HIV vaccines: progress and promise. J Int AIDS Soc. 2021;24 Suppl 7(Suppl 7):e25828. doi:10.1002/jia2.25828

 

 

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