Il Movimento 5 Stelle cambia volto con una votazione storica che segna la fine di un’era: Beppe Grillo non sarà più garante, e il limite dei due mandati elettivi viene abolito. La decisione, presa a larga maggioranza dagli iscritti, rappresenta una svolta epocale per il Movimento, che si prepara a ridefinire la propria identità e strategia politica.
Un passaggio cruciale per la nuova identità politica
Il Movimento 5 Stelle cambia volto con una votazione storica che ridisegna profondamente la sua struttura interna e le sue regole. Due le decisioni chiave: l’eliminazione della figura del garante, fino ad oggi ricoperta dal fondatore Beppe Grillo, e l’abolizione del limite dei due mandati elettivi. La consultazione, conclusasi alle 15 con il voto online degli iscritti, ha raccolto un’ampia partecipazione, segnalando una rinnovata attenzione della base verso le scelte strategiche del partito.
Grillo e il suo ruolo: una presenza ridimensionata
La figura di Grillo, centrale nella nascita e nella crescita del M5S, è stata al centro di sei dei dieci quesiti statutari sottoposti agli iscritti. Il risultato ha decretato il ridimensionamento definitivo del suo ruolo come garante, una figura che aveva rappresentato l’anima movimentista e visionaria del partito, ma che negli ultimi anni era diventata anche un motivo di tensione.
Il leader Giuseppe Conte, che ha guidato questa fase di riforma, ha descritto il cambiamento come una scelta necessaria per «tracciare una nuova rotta» e dare maggiore spazio alla base:
«Abbiamo pensato questa Costituente per ascoltare voi iscritti, che ci avete sempre sostenuto nonostante le difficoltà e le scissioni. Il fuoco del Movimento è vivo e non si spegnerà mai. Siamo pronti a guardare avanti con una partecipazione ancora più forte».
Le parole di Conte segnano un punto di svolta rispetto alla narrativa originaria del M5S. Da forza politica basata su un sistema di regole rigide e ideali chiari, come l’impossibilità di ricoprire più di due mandati, il Movimento sembra ora orientato verso una maggiore flessibilità.
Il dibattito sul limite dei due mandati
Tra i temi più divisivi c’era proprio quello dell’abolizione del limite dei due mandati, uno dei principi fondativi del M5S. La decisione, che per ora rimane una linea di indirizzo, è stata giustificata da Conte con la necessità di valorizzare l’esperienza acquisita dai parlamentari:
«Vi siete stancati di combattere ad armi impari con altre forze politiche. Volete riconoscere il valore di chi ha lavorato per il Movimento, premiando la competenza».
La mossa mira a rispondere a una critica spesso mossa al M5S: l’incapacità di mantenere competitività a livello istituzionale proprio a causa della mancanza di continuità nei ruoli di leadership. Tuttavia, questa scelta potrebbe alienare una parte della base storica, legata alla visione originale del Movimento come alternativa radicale al sistema politico tradizionale.
Il commento enigmatico di Grillo
Beppe Grillo ha scelto di commentare l’esito della Costituente in modo provocatorio e simbolico. In una storia su WhatsApp ha condiviso una foto del sasso di San Francesco a Ripa, accompagnata dalla frase: «Da francescani a gesuiti». Questo riferimento è stato interpretato come una critica al cambio di rotta voluto da Conte. I francescani, simbolo di umiltà e servizio, rappresentavano l’ideale originario del Movimento, mentre i gesuiti, spesso associati a pragmatismo politico, incarnerebbero il nuovo corso più strategico e meno idealista.
Le parole di Grillo hanno alimentato il dibattito interno, dividendo chi sostiene la necessità di una trasformazione e chi teme un allontanamento dai valori fondativi.
Riforme interne e futuri scenari
Oltre al ruolo del garante, la Costituente ha posto l’attenzione sul rinnovo degli organi interni, come il comitato di garanzia e il collegio dei probiviri. Se questi due organi dovessero decadere, i cambiamenti coinvolgerebbero anche figure di spicco come Virginia Raggi e Danilo Toninelli, storicamente vicini all’anima movimentista del M5S.
La direzione politica del Movimento, invece, rimane ancora aperta. Molti dei quesiti approvati hanno solo valore di indirizzo, come quelli legati alla collocazione progressista, alle alleanze politiche o alle priorità programmatiche in ambiti chiave come sanità e politica estera. Tuttavia, il risultato della votazione offre una prima idea della forza e del consenso di cui gode l’attuale leadership contiana.
La partecipazione al voto
Il quorum fissato a poco meno di 45.000 votanti è stato raggiunto, ma il dato sulla partecipazione riflette un cambiamento importante nella base del Movimento. Gli iscritti attivi sono scesi da 170.000 della scorsa primavera agli attuali 89.000, a causa di una revisione delle liste che ha portato a un forte ridimensionamento del numero totale dei militanti.
Nonostante la diminuzione degli iscritti, i numeri confermano una certa tenuta dell’interesse verso le dinamiche interne. Il voto, infatti, è stato descritto da molti sostenitori come un momento cruciale per il rilancio del Movimento, sebbene restino dubbi sulla reale capacità di ricompattare tutte le anime della forza politica.
Un nuovo Movimento?
Alcuni fedelissimi di Conte hanno definito questa fase come la nascita di un «nuovo Movimento». Le decisioni prese alla Costituente sembrano segnare un allontanamento dai principi fondativi per abbracciare un approccio più flessibile e orientato al pragmatismo politico.
Il futuro del M5S dipenderà dalla capacità della leadership di consolidare il consenso attorno a queste scelte, evitando ulteriori fratture interne. Con l’addio a Grillo garante e il possibile superamento del limite dei due mandati, il Movimento si prepara a una trasformazione profonda, ma i prossimi mesi saranno decisivi per capire se questo cambiamento sarà percepito come un tradimento delle origini o come un’evoluzione necessaria.