Stefan Lofven, riconfermato come Primo Ministro in Svezia, mette al bando i motori a diesel e a benzina entro il 2030.
La decisione sui motori a diesel è stata uno dei primi atti del leader socialdemocratico al momento dell’insediamento. Dato perdente alle elezioni di settembre, Lofven ha ottenuto la fiducia del Parlamento svedese dopo lunghi e complessi negoziati con le forze di centro e di sinistra. Il neopremier con 153 voti a favore, 115 contro e 77 astensioni ha fermato, almeno per il momento, l’avanzata del partito di estrema destra dei Democratici Svedesi.
Il Premier svedese Stefan LöfvenUna maggioranza rosso verde quella di Lofven, ottenuta anche grazie ai liberali e ai centristi. Questi, eletti nella coalizione di centrodestra, sono passati al centrosinistra per evitare nuove elezioni. Il leader socialdemocratico ha dovuto fare grandi concessioni sul programma per ottenere la fiducia parlamentale. Tra queste la promozione di un mercato del lavoro flessibile, la deregolamentazione del mercato immobiliare e la diminuzione del caro fiscale, nel paese più tassato al mondo. I socialdemocratici, che nell’ultimo secolo sono stati al governo per ben 75 anni,hanno tutti gli occhi puntanti. L’estrema sinistra, che ha concesso l’estensione al voto, è pronta a dare battaglia. Il leader Jonas Sjostedt, commenta così l’astensione del suo partito:
L’abbiamo concessa, per evitare una coalizione coi razzisti e gli xenofobi di Akessone. Ma se Löfven prova a fare politiche di destra, siamo pronti a staccare la spina.
La decisione storica del neopremier
Il premier Löfven durante la sua dichiarazione di governo, con la quale ha formalizzato la formazione del nuovo esecutivo, annuncia la rivoluzione ecologica. Dal 2030 ,in Svezia, sarà vietata la vendita di auto nuove munite di motori diesel o benzina.
Al tempo stesso l’impegno a creare le condizioni necessarie per rifornire gli automezzi ecologici, privi di qualsiasi combustibile fossile, in tutto il Paese. La Svezia si impegna quindi, per i prossimi 11 anni, a ridurre le emissioni nocive e al mantenimento degli accordi di Parigi sul clima. Sottoscritti nel 2015 con oltre 190 Paesi.
I paesi che dicono no ai motori tradizionali
L’ingegnere tedesco Rudolf Christian Karl Diesel, sviluppatore del sistema di propulsione, forse non pensava che un giorno i motori che portano il suo nome sarebbero stati messi al bando. La Svezia infatti non è l’unica nazione del Vecchio Continente a voler eliminare i motori a scoppio.
Il paese più vicino al compimento di questo atto è la Norvegia, che ha intenzione di metterlo in pratica nel 2025. Nel paese scandinavo, grazie anche agli importanti sgravi fiscali, già oggi 1 auto nuova immatricolata su 3 è elettrica. Anche l’Olanda stima la svolta ecologia per il 2025, tuttavia la disposizione che prevede l’eliminazione dei motori a scoppio non è ancora stata tramutata in legge. Altro obiettivo del paese del vento e dei tulipani è quello di vietare, entro il 2035, la circolazioni di tutti i veicoli non elettrici.
La Germania si dà tempo fino al 2030 prima di dichiarare conclusa l’era dei motori diesel e al tempo stesso invita la Commissione europa ad adottare soluzioni volte a contenere la commercializzazione di autoveicoli con motore tradizionale. Seguono Francia e Regno Unito che prevedono la svolta storica entro il 2040. I vicini transalpini intendono trasformare entro il 2050 la Francia in un paese “carbon free”: azzerando quindi le emissioni di Co2. Per quanto riguarda l’Italia non si hanno ancora decisioni definitive in merito. Misure anti-diesel arrivano poi dalle singole città.Tra queste si annoverano Copenaghem Atene, Madrid e Parigi.
Emanuela Ceccarelli