Motivazione e libero arbitrio passando per The Secret, quanto credo nella legge di attrazione

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Otello Marcacci

Di Otello Marcacci

 

Per una serie di motivi indipendenti l’uno dall’altro mi sono ritrovato in questi ultimi tempi a fare i conti con persone che hanno abbracciato in toto la Filosofia “inventata” da Rhonda Byrne nel suo besteller mondiale “The Secret”, uscito in Italia nel 2007 ma che aveva già generato un movimento incredibile di marketing a livello mondiale legato alla diffusione di Film, libri, Dvd, creazione di movimenti filosofico-religiosi, gadget e quanto ne rinviene.

Il succo di questa profonda filosofia, che ha distrutto il mito di Kant è quello di svelare IL SEGRETO che aiuta gli umani a incanalare la potenza che è dentro di loro al fine di ottenere una salute perfetta (cura per il cancro), relazioni umane di primo livello (cura contro la solitudine), la pace nel mondo (alla faccia degli sforzi del segretario generale delle Nazioni Unite), varie ed eventuali.

Nel tentativo di raggiungere questi nobili obiettivi occorre soltanto che si applichi una legge dell’universo fondamentale che nemmeno Isaac Newton era riuscito a intercettare: la legge dell’attrazione!

Per evitare di prendermi gioco involontariamente di una cosa che ha cambiato la vita a milioni di persone mi limiterò a citare esattamente il testo per definirla:

la legge che determina l’intero ordine dell’Universo, ogni momento della tua vita e ogni singola cosa da te sperimentata. Non importa chi sei o dove ti trovi, la legge di attrazione plasma ogni tua esperienza di vita, e lo fa attraverso i tuoi pensieri. Tu sei l’unico in grado di farla entrare in azione, e lo fai per mezzo dei tuoi pensieri….”

In altre parole, credi fermamente alla cosa che desideri per averla, ti concentri con tutto te stesso e chiedi all’universo di mandartela e quello te la fa avere.

Ora mi rendo conto che, detta cosi, sembra una boiata pazzesca.

Il vero problema è che secondo me, lo è anche a una seconda e terza lettura. E non mi importa cosa diranno coloro che hanno trovato il loro successo personale dopo essersi convinti che una cosa del genere possa davvero funzionare. Molte persone guariscono con pastiglie di zucchero credendo di assumere farmaci miracolosi. L’effetto placebo vale per ogni cosa e quest’invenzione (geniale si, ma solo per l’autrice) non è altro che una manipolazione del nostro modo di intendere la vita, facendoci credere al mirabolante accadere di qualcosa che forse sarebbe arrivato comunque.

La conoscenza dei processi motivazionali costituisce un atout indispensabile se si vuole incidere sulle attese delle menti.

La domanda delle domande è sempre la stessa: “perché la persone fanno le cose che fanno?”.

Su questo nodo fondamentale, Freud aveva introdotto già molto tempo fa il concetto di pulsione definendolo come “..un istinto con un’origine..” e con esso spiegava anche le dinamiche proprie dell’inconscio (che poi lui legava alla sopravvivenza e alla sfera sessuale). Nella famosa piramide dei bisogni fondamentali di Maslow (quella che identificava l’evoluzione degli stessi dal più basico a quello più complesso) si parlava di motivazione considerandola come l’insieme dei bisogni che sono alla base del comportamento che rappresenta l’esito dell’agire.

A questo punto se volessimo seguire il filo logico che questo processo mentale ha innescato potremmo analizzare come con la giusta spinta motivazionale si possano ottenere i risultati che secondo la signora Byrne invece regala l’Universo. Tuttavia poiché è esercizio abbastanza facile, mescoliamo di nuove le carte sul tavolo e aggiungiamo una nuova variabile:

…ma anche qualora avessimo la giusta spinta motivazionale per raggiungere il nostro obiettivo, siamo sicuri che avremmo il libero arbitrio di poterlo fare?

Comprendo che sintetizzare in poche battute secoli di discussioni in merito alla vexata quaestio non è cosa che si possa neanche prendere in considerazione. Sul determinismo (quella filosofia – questa si – che esclude una qualsiasi forma di casualità nelle cose) sono stati versati oceani di inchiostri e non è il caso di riproporre in questa sede il pensiero di Hume, ad esempio, che sosteneva che gli uomini potessero arrivare liberamente al raggiungimento dei loro desideri, né quello ancora più complesso di Cartesio.

La contrapposizione libero arbitrio-determinismo è strettamente legata al deismo che attribuisce la causa prima della creazione dell’universo a un Dio metafisico. Secondo questa concezione, Dio può aver avviato il processo ma non più influito sugli eventi successivi ma che essi comunque dipendono dall’evento che avviene al tempo t-1. Come dire che se sto scrivendo questo articolo è perché qualcuno me lo ha chiesto e perché lui lo chiedesse occorreva che la sua vita si fosse intrecciata con la mia in un altro contesto che avrebbe potuto benissimo non portare alla richiesta di questo inutile articolo.

Vi ho perso vero?

Ok, lo so. E’ complicato (o complesso?) e porta anche diritto alla filosofia delle Sliding doors e se non avete visto il film scaricatelo illegalmente (ooops non si può dire…)

Comunque se vogliamo guardare il tutto da fuori si potrebbe anche dire che la simpatica signora Byrne forse ha semplicemente parlato di Spirito Santo come fa il Papa e tutti i vescovi ogni domenica dai loro altari.

Secondo quest’ultima suggestione basterebbe allora andare a pregare in Chiesa e chiedere a Dio Padre Onnipotente di avere le stesse cose che si chiedono all’Universo.

E’ che di base, se però non ci adoperiamo noi per ottenerle, temo che la risposta sarà il silenzio.

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