Motaz Azaiza lascia la Striscia di Gaza con destinazione Qatar. Intanto arriva il più alto bilancio giornaliero di vittime tra le truppe israeliane

Motaz Azaiza lascia la Striscia di Gaza

Tra le distruzioni e le drammatiche conseguenze della recente guerra nella Striscia di Gaza, il rinomato fotoreporter palestinese Motaz Azaiza ha preso una decisione sorprendente attraverso i canali di informazione. Motaz Azaiza lascia la Striscia di Gaza, il suo territorio di origine per trasferirsi in Qatar. La sua partenza segna una svolta significativa per un uomo che, fino a poco tempo fa, condivideva principalmente contenuti di viaggio e culturali attraverso i suoi canali social. Tuttavia, il susseguirsi degli eventi ha trasformato Azaiza in una figura chiave sul campo, con un impatto profondo e immediato sulla sua vita.


Il noto fotoreporter palestinese, Motaz Azaiza, ha recentemente annunciato la sua decisione di abbandonare la Striscia di Gaza, una regione teatro di distruzioni senza precedenti causate dalla recente guerra, per trasferirsi in Qatar.

Motaz Azaiza, precedentemente noto per condividere principalmente contenuti di viaggio e culturali attraverso i suoi canali social, è diventato una figura chiave sul campo da quando sono iniziate le ostilità il 7 ottobre. Con oltre 18 milioni di seguaci su Instagram e oltre un milione su X (precedentemente noto come Twitter), ha fornito aggiornamenti in tempo reale sulla situazione sul campo.

In un messaggio dai toni gravi e misteriosi sui social media prima della sua partenza, il giornalista ha scritto:

“Ho dovuto evacuare per molte ragioni, di cui conoscete alcune, ma non tutte. Grazie a tutti. Pregate per Gaza.”

Il suo lavoro ha documentato le atrocità perpetrate a Gaza attraverso video emozionanti, annunciando in uno di essi:

“Questa è l’ultima volta che mi vedrete con questo gilet pesante e puzzolente.”

La tragedia palestinese: un bilancio sconcertante

Le cifre della tragedia sono spaventose: almeno 25.295 palestinesi, in gran parte donne e bambini, hanno perso la vita a causa delle operazioni militari israeliane scatenate in risposta all’assalto di Hamas, che ha causato la morte di 1.140 persone.

Dal 9 ottobre, la Striscia di Gaza è precipitata in una crisi umanitaria senza precedenti, poiché Israele ha bloccato tutte le forniture di acqua, carburante, elettricità e cibo alla regione.

La guerra ha purtroppo avuto un pesante tributo tra i giornalisti, con il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) che ha confermato la morte di 83 giornalisti e operatori dei media. La stragrande maggioranza di loro era di nazionalità palestinese, segnando questa guerra come una delle più sanguinose per la stampa internazionale.

Il massacro di Gaza: il più alto bilancio giornaliero di vittime tra le truppe israeliane

Mentre Motaz Azaiza si dirige verso il Qatar in cerca di rifugio, l’esercito israeliano ha dichiarato martedì che almeno 21 dei suoi soldati sono stati uccisi in un unico attacco nella Striscia di Gaza, segnando il giorno più sanguinoso per le truppe israeliane dal 7 ottobre.

Il portavoce militare Daniel Hagari ha affermato che i soldati sono stati uccisi lunedì nel centro di Gaza quando una granata lanciata da Hamas ha colpito un carro armato vicino a due edifici in cui si trovavano i soldati.

L’attacco è avvenuto mentre l’esercito israeliano sosteneva di aver ucciso “dozzine” di combattenti palestinesi nelle ultime 24 ore, affermando che le sue forze avevano circondato Khan Younis. Hanno aggiunto che i soldati sono impegnati in combattimenti ravvicinati e attacchi aerei diretti.

Hagari ha suggerito che i soldati israeliani sono stati probabilmente uccisi a causa delle mine piazzate dalle forze israeliane stesse per demolire gli edifici.

Come detto, questo rappresenta il più alto bilancio giornaliero di vittime tra le truppe israeliane dall’inizio dell’offensiva di terra a Gaza a fine ottobre, mentre cresce la pressione sul governo riguardo alla durata, allo scopo e al costo della guerra. Intanto, la Striscia di Gaza continua a lottare contro le conseguenze devastanti di un conflitto che ha lasciato cicatrici indelebili nella storia della regione.

Andrea Umbrello

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