Mosul, città irachena, da due anni è ostaggio dell’Isis. L’esercito militare iracheno è intervenuto per liberare la città con attacchi che si protraggono da novembre dell’anno scorso.
Mosul è da due anni sotto controllo dell‘Isis. Da novembre si hanno aggiornamenti riguardo la città della quale il controllo dello Stato Islamico ha preso sempre più piede e che l’esercito ha iniziato a contrastare con un’offensiva a partire da quel mese.
L’assedio è iniziato tramite l’intervento di jihadisti per bloccare le strade principali della città nei quattro punti cardinali, impedendo così sia di entrare sia di uscire, combattendo nelle strade.
Da quel momento l’esercito ha cominciato a contrattaccare, riuscendo, intorno i primi di marzo, a liberare l’ultima strada ostruita dall’Isis, la principale che porta a Mosul ovest.
Ancora in atto l’offensiva: Talib Shgati, il comandante della squadra dell’antiterrorismo iracheno ha annunciato che per cessare definitivamente questo attacco avranno bisogno di un mese ancora.
Dal suo inizio questa guerra Mosul si è ritrovata svuotata dei suoi abitanti, i quali per la maggior parte sono fuggiti, inizialmente nelle zone della città non assediate, in seguito oltre confine in quanto gli attacchi, anche dell’esercito stesso, hanno distrutto il territorio.
Proprio a proposito di sfollati -contati oltre le duecentomila persone– e fuggiaschi dalla città -cifra stimata superiore a ottantamila-, ieri in un quartiere conquistato dall’esercito è stata registrata una lunga fila di persone richiedenti cibo.
Oggi si contano 439 morti nell’offensiva contro l’Isis. L’Osservatorio iracheno per i diritti umani conta 299 di queste vittime sono morti sotto i bombardamenti della coalizione internazionale capeggiata dagli USA.
Gea Di Bella