Sarà pure una frase fatta abusata ma mostruose meraviglie dello spazio descrive perfettamente la fascinazione verso certi fenomeni cosmici che però ci ricordano anche quanto siamo piccoli su scala cosmica.
A questa categoria certamente appartiene MSH 15-52, i resti di un’esplosione di supernova la cui luce arrivò sulla terra ben 1700 anni fa, scoperti grazie al NASA’s Chandra X-ray Observatory.
Ora sul sito ufficiale dell’osservatorio apprendiamo che è stato ricostruito e misurato il movimento di questa struttura di dimensioni cosmiche verso un “muro” costituito da una nube di gas che dista 35 anni luce dal centro dell’esplosione.
Nel caso l’idea dei resti di una stella esplosa che solcano lo spazio a velocità pazzesche andando a colpire una nube di gas distante anni luce non fosse abbastanza l’universo in questo caso ha deciso di strafare in spettacolarità (fermo restando che è il nostro cervello che tende a riconoscere forme conosciute in masse informi basti pensare al gioco che si fa osservando le nuvole) perché nelle immagini che mostrano MSH 15-52 abbattersi su RCW 89 (la nube di gas), attualmente l’intera struttura formata dai detriti dell’esplosione e dalla nebulosa che emette raggi X (che è in continuo cambiamento mentre si espandono nello spazio) sembra una gigantesca mano.
Il movimento che è stato tracciato nell’arco di 14 anni di immagini riguarda una regione di spazio vicina alla punta delle “dita”, il time-lapse lo trovate anche su youtube.
L’esplosione di supernova ha lasciato dietro di se una pulsar che non è altro che una stella di neutroni che ruota velocemente e che per azione combinata del campo magnetico e della rotazione emette impulsi elettromagnetici ad intervalli molto regolari. Le parti di struttura prese in esame si muovono alla pazzesca velocità di 9 milioni di miglia l’ora (quasi 15 milioni di km/h), ma parte dei detriti si muovono persino più velocemente: oltre gli 11 milioni di miglia orari (quasi 18 milioni di km/h).
Eppure per assurde che sembrino queste velocità sono già un rallentamento, l’impatto con RCW 89 sta rallentando i resti della supernova.
A parte la fascinazione di noi profani per le mostruose meraviglie dello spazio, andando su un piano più rigorosamente scientifico l’esplosione che ha dato origine a MSH 15-52 potrebbe essere una versione più antica di quella che ha dato origine ai resti di una supernova molto più giovane Cassiopeia A (circa 350 anni fa), in entrambi i casi sembra che la stella prima di esplodere abbia espulso tutto il suo guscio di idrogeno, quindi entrambe le esplosioni potrebbero essersi svolte alla stessa maniera, ma gli scienziati non sono ancora in grado di capirne i dettagli.
Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal.
Roberto Todini